Disparità di genere nella scelta degli studi, ma il mercato del lavoro di fatto premia le donne.


Sono soltanto il 15,55%su 926 studenti nuovi iscritti allamedesima area, le ragazze immatricolate a percorsi di laurea connessi all'Information& Communication Technology (ICT) nelle Università del Veneto per l'anno accademico2010-11: esattamente 144 rispetto ai 782 colleghi maschi. Ma purtrattandosi di una scelta fatta da una bassa percentuale di studentesse (pari all'1%delle immatricolazioni complessive regionali femminili) ben l'80% di loro trova lavoro entro un annodalla laurea magistrale, percentuale che arriva alla piena occupazione (100%) a tre anni dal conseguimento del titolo. Eancora, alla prova occupazionale le giovani raggiungono condizioni migliori siarispetto alle colleghe di altre aree, sia rispetto ai colleghi maschi:percependo unreddito superiore allamedia femminile regionale complessiva e, in qualche caso, anche a quellanazionale.

 

I dati sintetizzano quanto risalta dal volume "Donne e tecnologie informatiche"a cura di E.Boschetto,A.Candiello, A.Cortesi e F.Fignani, Edizioni Ca' Foscari.La ricerca, promossadalla Commissione Pari Opportunitàdella Regione Veneto e condottadalDipartimento di Scienze ambientali, Informatica e Statisticadell'Università Ca' Foscari di Venezia, ha inteso indagare il gender gapnell'ambito dell'ICT prendendo in esame i dati delle immatricolazioni e dellelauree nelle università venete e del resto del territorio nazionale, nonchérapporti ufficiali, norme ed esiti occupazionali. L'importante lavoro e i suoirisultati saranno presentati in un incontro pubblico martedì 29 maggio alle 10 presso l'aulaBaratto dell'Università Ca' Foscari di Venezia.

 

«Dalla ricerca emerge evidente come la disparità digenere si verifichi in ingresso, ossia al momento delle iscrizioni all'Università:le donne che scelgono gli studi informatici sono, infatti, ancora una piccolaminoranza rispetto agli uomini, ma non lo sono in uscita» sottolinea Agostino Cortesi, docentedi Ca' Foscari che ha guidato il gruppo di ricerca. «Questa disparità sipuò però ridurre intervenendo con maggiore efficacia nell'orientamento allascelta del percorso universitario e smentendo stereotipi di tipo culturalesecondo i quali questo tipo di studi non sono adatti alle donne. Il tema èperaltro di grande attualità: ridurre il gender gap in un'area strategicacome quella delle ICT può costituire una grande opportunità di crescita, siasociale che economica, sulla quale in momenti di grande incertezza eripensamento come quelli che viviamo vale la pena di investire con decisione».

 

L'importanza strategica di intervenire sulla fasedi orientamento agli studi è evidenziata anche da Simonetta Tregnago,presidente della Commissione regionale Pari opportunità, che afferma: «Alla luce di quantoemerge dai dati occupazionali analizzati dall'indagine, le ragazze che sitrovano ad affrontare una scelta così rilevante per il proprio futuro comequella universitaria andrebbero incoraggiate a iscriversi ad aree scientifichee informatiche. Le tecnologie informatiche e il mondo del webracchiudono un forte potenziale di trasformazione in termini di occupazione edi empowerment per le donne». «Tra gli obiettivi di questo lavoro -continua -, anche quello di stimolare un dibattito tecnico e culturale persuperare i pregiudizi che considerano il settore delle ICT prettamentemaschile».

 

Adaprire i lavori della giornata di martedì 29 maggio sarà Marialuisa Coppola, assessore regionale all'Economia e sviluppo,Ricerca e innovazione a cui seguirà la presentazione di Agostino Cortesi, prorettore dell'Università Ca' Foscari. Allatavola rotonda interverranno Michele Bugliesi,direttore del Dipartimento di Scienze ambientali Informatica e statistica diCa' Foscari, Silvana Castano,presidente dell'Associazione degli Informatici Italiani (GRIN), e Isabella Chiodi, vicepresidente di IBMItalia. Le conclusioni sono affidate alla presidente CPO Simonetta Tregnago, a coordinare i lavori la vicepresidente Cristina Greggio.

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