Il regno Unito, non ci stanchiamo di ripeterlo, è decisamente all'avanguardia nel campo del business sociale e ci rifornisce continuamente di utili spunti che dovremmo fare nostri anche qui da noi, in italia.

Già in uno degli ultimi post avevamo trattato dei passi concretiche il governo di Cameron ha intrapreso nel campo di finanziamenti"responsabili" in nuove social ventures, grazie all'implementazione delBig Society CapitalGroup. Per chisi fosse perso qualche episodio precedente, il BCG è un'istituzione finanziariaindipendente creata per sviluppare e "svezzare" il mercato britannico delcosiddetto social investment market,con l'obiettivo di garantire l'accesso a nuove risorse finanziarie a quelleorganizzazioni che portano avanti un'attività imprenditoriale con la finalitàdi risolvere alcune delle problematiche sociali della società.
Qui la logica del grant, del finanziamento a fondo perdutotipica di molte fondazioni bancarie italiane, viene completamente superata infavore di un investimento vero e proprio in cui è atteso un ritorno economicooltre che un ritorno sociale. Interessantissima inoltre la struttura di governodel Big Society Capital, che reinveste la maggior parte degli utili nellapropria mission ed è costituito da tre differenti tipologie di organizzazioni:

-Il Big Society Trust (BST), una holding creataesclusivamente con lo scopo di proteggere la missione sociale del gruppo.
 
-La Big Society Capital limited, società di capitali chefunge da braccio operativo del gruppo.
 
-La Big Society Foundation, che sarà prossimamentecostituita per ricevere fondi da destinare a programmi specifici in supportodella mission del gruppo.
 
In sostanza il Big Society Trust, per svolgere al meglio lasua funzione, riveste il ruolo di azionista di maggioranza della Big SocietyCapital ltd controllando il 60% delle quote e l'80% del diritto di voto. Qualunquecambio di statuto all'interno della società necessita quindi del consenso dialmeno il 75% dei membri del board di BST (composto da un mix di personalitàdel settore finanziario, del terzo settore e un rappresentante governativo). Ilrimanente 40% delle quote della Big Society Capital è detenuto dalle cosiddetteMerlin Banks, ossia Barclay's HSBC, Loyd's e RBS, che insieme detengono non piùdel 20% dei diritti di voto.
Si tratta di un'eccellente iniziativa, sostenibileeconomicamente nel lungo periodo, a supporto di questa neonata classed'investimento chiamata business sociale.
 
E' invece più recente un'altra iniziativa a supportodell'investimento sociale e più in generale del movimento di imprenditoriasociale inglese. Si tratta della recente costituzione dell'Investment and Contract ReadinessFund, fondo istituito in joint dal Social Investment Businessedall'Office for Civil Society (in rappresentanza del governo). L'iniziativaconsiste nell'erogazione da parte del fondo di circa 10 milioni di sterlinesotto forma di grant (tra le 50k e le 150k £) rivolte a quelle social venturesche abbiano la necessità di ampliare il loro capitale sociale ad almeno 500.000£, o vogliano partecipare a gare d'appalto per contratti superiori al milionedi sterline. L'intento è quello di facilitare ed aiutare quelle organizzazionicon il giusto potenziale di crescita. I soldi messi a disposizione dal fondoverranno infatti utilizzati per implementare al meglio diverse attività qualiil business planning, lo sviluppo di indicatori per la misurazione di impattosociale e il financial management oltre che a fornire il giusto supporto alsenior management team a migliorare le proprie skills. Un panel di investitori,composto diversi organismi appartenenti alla sfera del social investment (tracui il Big Issue Invest) e presieduto appunto dalla Big Society Capital, hasviluppato e messo appunto i criteri del programma e si occuperà dellaselezione delle social ventures che si aggiudicheranno i grant. Un'iniziativacomplementare e sinergica a quella della Big Society Capital, che testimonia ilreale impegno di una parte della società civile e del governo nella promozionedel business sociale come forma di welfare privato e sostenibile. Siamo un po'indietro, ma la rotta è ormai tracciata e fa ben sperare per un futuro analogonel nostro paese, una volta poste le basi per le giuste condizioni. Acominciare dalla modifica della normativa italiana in merito di impresasociale.

Partner della formazione

ConfiniOnline fa rete! Attraverso la collaborazione con numerosi enti profit e non profit siamo in grado di rivolgere servizi di qualità a costi sostenibili, garantendo ampia visibilità a chi supporta le nostre attività. Vuoi entrare anche tu a far parte del gruppo?

Richiedi informazioni