"L'aumento di spese militari ha comportato una crescita dei fatturati delle principali 100 industrie produttici di armi che è cresciuto del 60%, dai 157 milioni di dollari del 2000 ai 268 del 2004" - segnala il rapporto. Se l'incremento è dovuto principalmente alla spesa militare degli Stati Uniti, che da sola supera la metà della spesa mondiale, e del Medio Oriente, anche l'Africa è interessata dal problema visto che il 60 per cento dei paesi africani che fronteggiano una carestia sono nel bel mezzo di una guerra civile. Repubblica Democratica del Congo, il Rwanda, il Sudan, il Botswana e l'Uganda hanno raddoppiato le spese militari fra il 1985 e il 2000. Del resto fra il 2002 e il 2003 paesi come il Bangladesh, il Nepal e il Pakistan hanno investito più in armi che in assistenza sanitaria mentre, nella sola Africa, 15 miliardi di dollari vengono spesi ogni anno unicamente per rimediare ai "danni collaterali" provocati dai conflitti. Soldi che potrebbero servire invece per curare i malati o per arginare la desertificazione che avanza sottraendo terreno fertile ai contadini - segnala il rapporto. «Anno dopo anno le spese aumentano e anno dopo anno i conflitti causano più fame e sofferenza. Non è la vendita delle armi a far scoppiare i conflitti, ma certamente li alimenta e ne rende più difficile la conclusione. E' giunta l'ora che il mondo argini l'incontrollato flusso di armi che va verso le zone di guerra» - ha dichiarato Bernice Romero, direttore delle campagne internazionali di Oxfam. Rilanciando le proposte della Campagna Control arms, Oxfam ha invitato i Governi sostenere la proposta di un Trattato sul commercio delle armi già dal prossimo ottobre. «Ma soprattutto bisogna riuscire a bloccare la vendita di armi nelle zone di conflitto dei paesi poveri, e dobbiamo farlo prima possibile» - ha concluso il direttore delle campagne internazionali di Oxfam. Ogni anno, in Africa, Asia, Medio Oriente e America latina si spendono in media 22 miliardi di dollari per l'acquisto di armi: una somma che avrebbe permesso a questi paesi di mettersi in linea con gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, eliminare l'analfabetismo (cifra stimata: 10 miliardi di dollari l'anno) e ridurre la mortalità infantile e materna (cifra stimata: 12 miliardi di dollari l'anno). Ci sono circa 639 milioni di armi leggere nel mondo oggi, e 8 milioni vengono prodotte ogni anno. In Italia la Campagna Control arms per sostenere un Trattato internazionale sul commercio di armi è rilanciata da Amnesty International e dalla Rete Italiana per il Disarmo. [GB]

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