Dichiarazione di Filippo Miraglia, responsabile immigrazione Arci

 

E' con grande preoccupazione che ancora una volta siamo costretti a denunciare la situazione di grave incertezza e precarietà che si è determinata - ed è destinata ad aggravarsi in mancanza di soluzioni urgenti e concrete - per le migliaia di persone giunte in Italia dalla Tunisia e dalla Libia nel 2011, allo scoppio delle rivoluzioni nel nordafrica.

 

Nel mese di aprile sono scaduti i permessi temporanei per motivi umanitari concessi dal governo a più di 11mila giovani tunisini. Nonostante le promesse del ministro Cancellieri, questi permessi non sono stati prorogati, né lo saranno in mancanza del reperimento delle risorse necessarie a garantire la copertura finanziaria dell'accoglienza garantita a 400 di questi 11mila che rischiano così, da un giorno all'altro, di essere soggetti ad espulsione.

 

Altrettanto drammatica si presenta la situazione dei circa 30.000 cittadini provenienti dalla Libia, ma non di nazionalità libica. Anche per il loro futuro l'incertezza è grande, sia dal punto di vista giuridico che delle possibilità d'accoglienza.

I due terzi - evidentemente mal consigliati - hanno presentato domanda d'asilo, asilo che non può essere concesso se la situazione di pericolo o di persecuzione per la quale si chiede protezione non ha luogo nel paese di origine. E infatti tra il 60 e il 70% delle domande esaminate sono state respinte, mentre circa la metà del totale aspettano ancora il vaglio delle commissioni.

I previsti programmi di rimpatrio assistito sono del tutto inadeguati e non funzionano più a un anno di distanza. Si pone quindi anche per loro il problema di uno status giuridico che ne consenta le permanenza regolare in Italia.

 

A riguardo chiediamo che anche a loro, come per i tunisini (a cui va prorogata), si applichi la protezione temporanea per motivi umanitari.

 

C'è poi il capitolo accoglienza, altra pagina mal gestita e su cui bisogna intervenire subito. La Protezione Civile (con i suoi rappresentanti in ogni regione, cosiddetti enti attuatori) ha firmato nel 2011 più di 800 convenzioni per progetti di accoglienza con enti locali, associazioni, imprese e organizzazioni varie. Anche per questi il governo sostiene che mancherebbe la copertura finanziaria, poiché le risorse previste sarebbero state, col decreto Salva Italia, spostate su altra voce di bilancio.

Si tratta di progetti attivi da più di un anno, per i quali gli enti assegnatari hanno anticipato risorse anche ingenti sulla base di impegni assunti dal governo e che ora si troverebbero con un pugno di mosche. Se questo venisse confermato, si tratterebbe di una vera e propria truffa che costringerebbe gli interessati a intentare altrettante cause per riscuotere quanto dovuto.

 

Infine, ribadiamo la richiesta di ripristinare la possibilità di sbarco a Lampedusa, riaprendo il centro di accoglienza e attrezzandola per ricevere i migranti che, con bel tempo, sicuramente riprenderanno ad arrivare nell'isola. Si eviti l'ennesima ?emergenza' ampiamente prevista e prevedibile, assumendo le misure necessarie per garantire un'accoglienza dignitosa a tutti.

Per questo chiediamo che la Rete Sprar venga ampliata in modo da poter soddisfare tutte le domande e che venga unificato e reso più organico ed efficiente il sistema d'accoglienza.

 

Una lettera con queste richieste verrà consegnata al ministero dell'Interno, all'Anci, all'Upi, alla Conferenza delle Regioni e alla Protezione civile che domani saranno impegnati in una riunione proprio su questi temi.

 

Ci auguriamo che il buon senso prevalga e che finalmente sulle politiche che riguardano l'immigrazione e l'accoglienza questo governo dia quel segnale di svolta che da mesi ci attendiamo.

Partner della formazione

ConfiniOnline fa rete! Attraverso la collaborazione con numerosi enti profit e non profit siamo in grado di rivolgere servizi di qualità a costi sostenibili, garantendo ampia visibilità a chi supporta le nostre attività. Vuoi entrare anche tu a far parte del gruppo?

Richiedi informazioni