Milano - Sono Erica e Christian, quarantenni genitori del varesino, a uscirne vincitori: la burocrazia e l'assurda selettività giudiziaria non hanno avuto la meglio sull'amore. La Corte d'Appello della sezione minorile del Tribunale di Milano ha accolto il loro pronto ricorso contro un decreto di non-idoneità e li ha dichiarati invece perfettamente idonei.

Sono sollevati, sorridenti: sono tornati felici di adottare. E con loro è felice il piccolo Mattia*, straordinario figlio biologico di soli 5 anni e mezzo che riesce, nonostante la sindrome di Dravet (una rara forma di disabilità che influisce su di lui con iperattività, disturbi nell'attenzione e alcune crisi di epilessia) a conquistare i cuori di tutti i compagni di classe e degli adulti che lo avvicinano, dimostrando una rara maestria nel gestire le relazioni interpersonali con simpatia e adorabile furbizia.

Proprio di Mattia iniziamo a parlare, perché fu proprio la sua presenza a suscitare il diniego che la coppia aveva dovuto subire, il 22 marzo scorso, da parte del Tribunale per i Minorenni di Milano.

La loro disavventura è diventata un caso che ha incontrato lo sdegno delle associazioni per i diritti dei disabili e ha trovato spazio sulle pagine del Corriere della Sera e di Repubblica. AiBiNews ha prontamente seguito la vicenda e, contattando i due genitori, ha realizzato un'intervista con loro, la prima che concedono dopo la vittoria in Appello.

Erica, quando è arrivata la buona notizia che cosa è successo in casa?
È stata la fine di un incubo! È stato come aspettare la nascita di un figlio. Appena ricevuto l'avviso del decreto di non-idoneità da parte del Tribunale dei Minori per raccomandata (sulla quale non è mai indicata la motivazione della non-idoneità), la mattina successiva Christian si è recato a Milano per ritirare la documentazione che ci riguardava, dove era scritto che il rifiuto era dovuto all'incompatibilità tra un'adozione internazionale e nostro figlio.

Come avevate reagito?
Siamo rimasti spiazzati, per vari motivi. Premetto che non ci sentiamo superiori né migliori rispetto a nessun altro. Ma durante il colloquio con lo psicologo e i servizi sociali, che è stato molto lungo ma sereno, ci è stato detto di stare tranquilli, che in Tribunale ci avrebbero tenuti solo 5 minuti. Il lavoro svolto dagli assistenti sociali è stato davvero buono, non hanno lasciato niente al caso! Sono venuti a trovare Mattia a casa, sono andati a scuola da lui, hanno parlato con il suo psicometrista: hanno visto tutto ciò che lo riguarda. La relazione era superiore a ogni nostra aspettativa: siamo stati definiti pronti per ricevere un'idoneità all'adozione internazionale.

La relazione infatti vi definiva "resi maggiormente consapevoli del ruolo genitoriale grazie all'esperienza della disabilità del figlio naturale". Che cosa è successo allora nel Tribunale dei Minori?
Andati in Tribunale siamo stati freddati subito. Dico solo che la prima domanda che ci hanno rivolto è stata: "Allora non potete avere più figli?", e quei 5 minuti sono diventati un'ora e un quarto. Il giudice è stato incalzante, ma non ci ha dichiarati non idonei. Ha concluso anticipandoci che saremmo stati valutati da una commissione, dicendoci infine: "È probabile che vi dicano di no". Me l'ero un po' presa. Mi è sembrata una cosa un po' fuori di testa: è vero che i casi di malattia di un figlio biologico comportano delle limitazioni, ma non era quello il nostro caso. Chi aveva scritto la relazione ha detto tutt'altro.
Siamo andati via scoraggiati, ma ancora speranzosi. La mazzata è arrivata dopo. 

Erica, perché avete scelto di adottare?
Era nostro desiderio già nei primi anni della nostra storia di coppia. Era un progetto di vita. Poi è arrivato Mattia, è iniziata una fase molto dura per via della salute del bambino e del fatto che abbiamo dovuto accettare la malattia. Ma ne siamo usciti, e ci riteniamo fortunati. Anche se può sembrare un'assurdità. Ci era stato detto che la sua sindrome poteva portare fino a 40 crisi epilettiche al giorno, gravi impedimenti muscolari, invece ha imparato a parlare e molto presto, 40 crisi le ha ogni 3 o 4 anni, e oltretutto la malattia non è degenerativa.
Il fatto che a scuola sia adorato dai compagni mi riempie d'orgoglio. Quando entra lui, è come se arrivasse il principe: vogliono togliergli la giacca, vogliono salutarlo dandogli un bacetto? Oggi sta vivendo la prospettiva di un fratellino adottato in arrivo con una vivacità estrema? lo abbiamo sorpreso una domenica che ne parlava con una signora, dicendole che stava per arrivargli un fratello in aereo, da un Paese lontano? Lo abbiamo rimproverato di non dire bugie, perché ancora non abbiamo iniziato la procedura per adottare. Ma lui è così, è innamorato dell'idea.

Ai.Bi. sta lavorando per proporre una riforma di legge che elimini dalle competenze dei Tribunali per i Minorenni l'emissione del decreto di idoneità, per trasferirla ai servizi sociali in collaborazione con gli enti autorizzati. Che cosa ne pensa?
Penso che sia una mossa vincente. Sul documento che ci ha rilasciato la Corte d'Appello è dichiarato che sulla nostra idoneità erano competenti i servizi sociali e lo psicologo È corretto, anzi mi sembra talmente ovvio; il giudice non poteva decidere, non è mai venuto a verificare di persona le nostre condizioni di vita. Penso che abbia più peso una persona che ha seguito mio figlio per sei mesi.

*I nomi del bambino e della coppia sono stati cambiati con nomi di fantasia per tutelarne la privacy.

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