Battibecco a distanza tra il ministro Riccardi e il senatore Gasparri sulla cittadinanza agli immigrati. Questo, mentre a Nichelino 450 ragazzi di origine straniera ricevono la cittadinanza onoraria dal sindaco Catizone, con gli auguri del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
POLITICA. "Un sogno? La cittadinanza per i bambini stranieri nati in Italia e la ripresa della cooperazione italiana". Ad esprimere il desiderio è Andrea Riccardi, ministro della Cooperazione internazionale e dell'Integrazione, ospite ieri dell'intervista di Alessandro Banfi su Tgcom24.
Prendendo atto del fallimento del modello francese e inglese, il ministro auspica la creazione di una via tutta italiana all'integrazione. -Il nostro secolo - ha spiegato - è quello del vivere insieme. Oggi ospitiamo tanti musulmani e tanti cristiani ortodossi. Da noi è una novità e io insisto per l'integrazione".
Parlare di cittadinanza ai figli dei migranti, però, è rischioso, soprattutto per un governo tecnico sostenuto da una così variegata maggioranza. "Riccardi si ricordi di fare il ministro del suo ministero ed eviti sproloqui sulla cittadinanza a chi nasce in Italia, norma che non ci sarà mai" ha ribattuto poco dopo il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri. "Riccardi, a parte dissertazioni da aspirante politico- ha continuato - che altro ha fatto in questi mesi? Nulla. Un fallimento totale. Monti lo richiami all'ordine e lo faccia lavorare.".
Il battibecco tra Riccardi e Gasparri cade tra l'altro mentre a Nichelino, in provincia di Torino, il sindaco Giuseppe Catizone ha conferito la cittadinanza onoraria a 450 ragazzi nati negli ultimi dieci anni sul territorio comunale da genitori stranieri. L'iniziativa è stata salutata anche dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in una lettera inviata al Comune. "L'attribuzione della cittadinanza onoraria - si legge nella lettera - può rappresentare un prezioso contributo per un'opera di sensibilizzazione dell'opinione pubblica sul tema, anche se tale provvedimento non ha ovviamente un valore giuridico, ma solo simbolico". "L'iniziativa - continua - ha, tuttavia, il merito di riconoscere le seconde generazioni come parte integrante della nostra società. È evidente, come ho più volte rilevato, il disagio di tutti quei giovani che, nati o cresciuti nel nostro Paese, rimangono troppo a lungo legalmente "stranieri", nonostante siano, e si sentano, italiani nella loro vita quotidiana".