Da sabato 28 a lunedì 30 aprile, si svolgerà presso il Finis Africae di Senigallia la XXVII Assemblea generale di Amnesty International Italia, cui prenderanno parte oltre 350 iscritti, tra delegati e soci singoli.
 
Fondata nel 1975, la Sezione Italiana di Amnesty International conta 63.000 iscritti e circa 200 gruppi locali. La Sede nazionale è a Roma. Oltre a seguire, con missioni, denunce e rapporti, le crisi dei diritti umani in corso nell'Africa del Nord e in Medio Oriente, l'associazione è attualmente impegnata in numerose campagne, tra cui due campagne internazionali, "Io pretendo dignità", per porre fine alle violazioni dei diritti umani causate dalla povertà, e "Per un'Europa senza discriminazione" e la campagna nazionale "Operazione trasparenza: polizia e diritti umani in Italia". 
 
L'Assemblea generale sarà aperta dalla relazione della presidente Christine Weise, a nome del Comitato direttivo dell'associazione, che rimane in carica fino al 2013. 
 
È prevista la testimonianza, durante i lavori assembleari o in collegamento Skype, di numerosi ospiti, italiani e internazionali.
 
Nel corso dei tre giorni di lavori, riservati ai soli soci accreditati, l'Assemblea generale voterà sulle relazioni degli organi direttivi e dibatterà su una serie di mozioni riguardanti sia l'organizzazione interna che la strategia internazionale di lavoro sulle violazioni dei diritti umani.
 
Domenica 29 aprile, alle 21.30 presso il teatro "La Fenice" di Senigallia (via Cesare Battisti 19) andrà in scena "Davide contro Golia - Cronache del G8 di Genova" di Orlandelli, Gensini e Gubitosa, dialogo teatrale sulle violazioni dei diritti umani commesse dalle forze di polizia nel 2001 nel capoluogo ligure.

Profili degli ospiti della XXVII Assemblea generale di Amnesty International Italia

Diana Eltahawy è ricercatrice del Segretariato Internazionale di Amnesty International sull'Africa del Nord, esperta di Libia. Ha partecipato a diverse missioni di ricerca e, nel 2011, è stata in Tunisia, Egitto e Libia durante lo scoppio delle rivolte, scrivendo rapporti e blog dal campo. All'inizio del 2012 ha lavorato come investigatrice con la Commissione internazionale di inchiesta delle Nazioni Unite sulla Libia. In questi anni ha curato la stesura di diversi rapporti di Amnesty International sulla Libia tra cui La battaglia per la Libia: uccisioni, sparizioni e torture.

Shady Hamadi è nato a Milano nel 1988, da madre italiana e padre siriano. È uno scrittore e attivista per i diritti umani in Siria e collabora con diverse testate giornalistiche. Ha potuto visitare la Siria solo dopo il 1997, alla fine dell'esilio per motivi politici; da questa esperienza è nato il suo libro Voci di anime. Ora è di nuovo in esilio a causa della rivoluzione in corso.

Emad Mahou è un attivista dei Comitati di coordinamento della Siria ad al-Zabadani e Damasco. Nel febbraio e marzo 2011 ha partecipato e filmato molte proteste, diffondendo le riprese attraverso i social network e altri media. Il 9 luglio 2011 è stato arrestato dalla forze di sicurezza siriane insieme al padre di 54 anni. È rifugiato in Giordania. Interverrà via Skype sabato 28 aprile alle ore 17.00.

Antonio Tricarico è coordinatore della Campagna per la riforma della banca mondiale (Crbm), il programma di advocacy della Ong Mani Tese per difendere i diritti umani delle comunità locali colpite da grandi progetti infrastrutturali sostenute da istituzioni finanziarie internazionali. Ha avuto una lunga esperienza di attivista in Amnesty International ed è un esperto del ruolo svolto dalle multinazionali del petrolio nelle regioni più povere del mondo e delle loro responsabilità in materia di violazioni dei diritti umani.

Ilaria Cucchi è la sorella di Stefano Cucchi,morto a 31 anni, nel 2009, nel reparto penitenziario dell'ospedale Sandro Pertini di Roma sette giorni dopo l'arresto, riportando ferite che secondo la famiglia dimostrano i maltrattamenti subiti. Ha dedicato a suo fratello il libro Vorrei dirti che non eri solo e si batte, assieme alla sua famiglia, per avere verità e giustizia su quanto accaduto.

Domenica Ferulli èla figlia di Michele Ferulli, morto a Milano nel giugno dello scorso anno durante un controllo eseguito da una volante di polizia, secondo la famiglia a causa delle percosse subite. Circostanza, questa, sostenuta dalla Procura di Milano nella chiusura delle indagini, di cui si è avuta notizia oggi. Assieme alla sua famiglia, chiede verità e giustizia per quanto accaduto a suo padre.

Patrizia Moretti èla mamma di Federico Aldrovandi, morto a Ferrara a 18 anni nel 2005 durante un fermo di polizia. Dopo la morte di suo figlio, ha aperto un blog per chiedere l'apertura delle indagini, che per mesi stentavano a partire, e assieme alla sua famiglia ha portato avanti una battaglia per chiedere un processo che portasse alla luce quanto accaduto. Per la morte di Federico, quattro agenti sono stati condannati in primo e in secondo grado di giudizio per omicidio colposo.

Lucia Uva è la sorella di Giuseppe Uva, morto in ospedale a Varese nel 2008, dove era stato portato durante un fermo di polizia. Assieme alla sua famiglia chiede verità e giustizia per quanto accaduto a suo fratello.

Fabio Anselmo è l'avvocato che difende le famiglie di Stefano Cucchi, Michele Ferulli, Federico Aldrovandi e Giuseppe Uva nei processi, affiancandole nella loro richiesta di verità e giustizia. Segue diversi altri casi che chiamano in causa responsabilità delle forze di polizia.

Maurizio Davolio è, dal 2004, presidente dell'Associazione Italiana Turismo Responsabile, organizzazione che ha contribuito a fondare e con la quale Amnesty International Italia ha recentemente concluso un protocollo di intesa, per azioni comuni di promozione e sensibilizzazione contro ogni tipo di violazione dei diritti umani nel mondo. Da anni è responsabile nazionale turismo di Legacoop, è stato uno dei fondatori di Ecpat (End Child Prostitution Pornography and Trafficking) ed è presidente di Earth (European Alliance for Responsible Tourism and Hospitality). Ha svolto per anni il ruolo di consulente e di formatore, pubblicando libri e saggi.

Dinebari David Vareba è originario della città di Bodo in Gokana, un'area ad amministrazione locale dello stato di Rivers in Nigeria. È Programme officer al Centro per l'ambiente, i diritti umani e lo sviluppo (Cehrd) in Nigeria, l'associazione con cui Amnesty International ha condotto la sua ultima missione di ricerca a Bodo per analizzare l'impatto delle attività della Shell sui diritti umani della popolazione locale. Ha svolto ricerche sulla disobbedienza civile nel Delta del Niger, volte a una comprendere meglio le dinamiche per arrivare a una migliore salvaguardia dell'ambiente e della giustizia sociale nella regione. Durante le ultime elezioni politiche ha coordinato il gruppo di verifica e controllo di transizione (Tmg) e il Project 2011 Swift-Count (progetto volto a garantire la regolarità delle elezioni) nello stato di Bayelsa.

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