Molti sfollati vivono in condizioni difficili e hanno bisogno di aiuto. "Le mie nipotine e io mangiamo solo una volta al giorno", spiega Fatoumata, fuggita insieme alle nipotine da Menaka, dove abitavano, e arrivata a Gao, nel Mali del nord-est. Dopo aver vagato per dieci giorni nell'insicurezza, a Menaka, suo figlio è riuscito a coprire i costi del trasporto per farle arrivare a Gao.
Molti sfollati sono ospitati da parenti o amici, anche loro poveri, in condizioni di insicurezza alimentare e che già soffrono le conseguenze della siccità in corso.
All'inizio di marzo, il Vice Direttore Esecutivo del WFP, Ramiro Lopes da Silva, si è recato a Gao a capo di una delegazione composta da rappresentanti di agenzie dell'ONU, autorità locali e ONG partners per verificare i bisogni degli sfollati e delle famiglie vulnerabili che li ospitano. Prime verifiche indicano che le famiglie ospitanti hanno difficoltà a sostenere gli sfollati e che i bisogni urgenti riguardano cibo, acqua, cure per la salute, rifugi e strutture igieniche.
Il WFP ha ampliato la sua operazione d'emergenza, per fornire assistenza alimentare a 120.000 sfollati vulnerabili. L'operazione d'emergenza verrà realizzata a Gao, a Timbuktu e a Kidal, con assistenza alimentare per prevenire la malnutrizione acute tra bambini dai 6 mesi ai 5 anni e distribuzioni di cibo agli sfollati vulnerabili.
"Il Mali è un paese senza sbocchi sul mare e la tempestività della risposta è cruciale se si vuole evitare lo scoppio di una grande crisi alimentare. Il WFP fa appello alla comunità umanitaria affinché si affrontino le cause strutturali alla base dell'insicurezza alimentare e della malnutrizione, e si creino le condizioni di resistenza alle crisi nel lungo termine", ha detto il Direttore del WFP in Mali, Nancy Walters.