ROMA - La libertà di movimento dei cittadini è un pilastro dell'Unione Europea, fin dalle sue origini. Un diritto ormai consolidato di cui tutti usufruiamo senza quasi rendercene conto. Ma cosa dire della "Freedom of Movement", di chi è disabile? Che ci si sposti per dovere o per piacere è inutile negare che per chi è portatore di handicap le difficoltà sono parecchie e non si tratta solo di barriere architettoniche. È per questo motivo che lo European Disabilty Forum si sta battendo per l'adozione, a livello UE, della "European Mobility Card". Nonostante, infatti, il principio di non-discriminazione introdotto dai trattati originari, i disabili si scontrano con ostacoli dovuti al fatto che, ad oggi, è praticamente impossibile avvalersi degli stessi benefici e del medesimo trattamento di cui si gode in patria quando si è in un altro paese europeo. Ecco perché sarebbe fondamentale avere un documento che, attraverso l'attestazione della propria condizione, permetta di essere "uguale" in tutti e 27 gli stati membri.

Ma procediamo per gradi. Ogni paese europeo prevede alcune agevolazioni per i propri cittadini portatori di handicap. Si va dagli sconti per i trasporti, alle riduzioni dei biglietti del cinema, fino al campo dei servizi sanitari o al mondo del lavoro. Ciascuno stato, in totale autonomia, stabilisce le condizioni sotto le quali è possibile beneficiarne e quale sia il documento ufficiale da esibire per fare ciò. Tuttavia, nel momento in cui si attraversa la frontiera questo non è più valido. Attualmente, infatti, è solo il contrassegno di parcheggio degli autoveicoli ad avere un riconoscimento ufficiale sull'intero territorio dell'Unione. Per questo motivo molte persone si vedono costrette a rinunciare a viaggiare che siano turisti, studenti, o lavoratori. Allo stato dei fatti, uno degli obiettivi dello EDF che, non a caso, si inserisce all'interno della loro campagna intitolata "Freedom of Movement" è quello di promuovere l'adozione di una "European Mobility Card". Una carta che permetta a chi visita un altro paese UE di accedere agli stessi servizi previsti per i residenti. Anche le forze politiche europee si sono dimostrate collaborative in tal senso. Un Report è stato, infatti, da poco elaborato in seno al Parlamento europeo a sostegno della mobilità e dell'inclusione dei cittadini disabili.

Interessante notare che, l'iniziativa non andrebbe ad intaccare la sovranità degli stati che continuerebbero a decidere il valore dei benefits e in che misura e secondo quali criteri elargirli. Le enormi diversità dei sistemi di protezione sociale dei vari stati membri continuerebbero, di fatto, a permanere. Tuttavia, verrebbe completamente assolto il principio secondo cui un cittadino di un paese UE che si trova in un altro deve usufruire dei servizi sotto le stesse condizioni dei residenti dello stato in cui è al momento ospite. Sarebbe quindi necessario creare un database con all'interno informazioni dettagliate sulle legislazioni in vigore in ciascun paese. Anche perché alcuni non hanno neanche una "Carta di identità" speciale che attesta lo status di invalidità, né un registro ufficiale. Certo è che, dotati di un simile strumento, in futuro, ciascun Governo potrebbe decidere di associarvi ulteriori servizi o migliorare il proprio sistema. La "European Mobility Card" non sarebbe, quindi, di aiuto solo alla realizzazione della Strategia Europea sulla Disabilità 2010-2020, per esempio in termini di aumento dell'occupazione e del capitale umano, ma diventerebbe uno strumento fondamentale per realizzare il sogno dei "Padri Fondatori" di un'Europa libera e senza confini, di nessuna natura. Vai al canale Qui Europa per le altre notizie dal continente.

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