Nella Giornata mondiale contro la malaria, che si celebra mercoledì 25 aprile, si torna a parlare di questa terribile malattia che ancora oggi causa la morte di più di 2 milioni di persone l'anno, soprattutto bambini sotto i 5 anni e donne incinte. L'infezione viene trasmessa con il semplice morso di una zanzara infettata da uno dei quattro parassiti malarici, il più aggressivo dei quali è il Plasmodium Falciparum, molto diffuso in Zimbabwe che in Myanmar. Insieme alla tubercolosi e all'AIDS, l'infezione malarica è una delle maggiori sfide allo sviluppo dei Paesi poveri. Senza vaccino e con un parassita che diviene sempre più resistente ai farmaci, la prevenzione si dimostra oggi l'arma più efficace.
Cesvi da tempo lavora per far fronte a questo killer silenzioso. Da più di 10 anni è presente in Myanmar, nella regione dello Shan, con un vasto programma di lotta alla malaria. In questo Paese la malaria è ancora la principale causa di morte, in particolare nelle zone rurali, in cui si registrano oltre il 70% dei casi.
La mancanza di conoscenze sanitarie, le scarse condizioni igieniche e la povertà causano nel 70% delle donne anemia e questo crea serie complicazioni soprattutto alle donne gravide. Particolarmente allarmante è inoltre il tasso di mortalità infantile e quello dei bambini al di sotto dei cinque anni di età.
Il programma avviato da Cesvi raggiunge oltre 220 mila persone in 1054 villaggi: l'obiettivo è quello di offrire a tutti l'accesso alla diagnosi e al trattamento della malaria, oltre che diffondere una maggiore conoscenza della malattia e delle modalità di prevenzione (maggiori informazioni nel video "We want to be malaria free" all'indirizzo internet http://youtu.be/InajxfFirOI).
Sono attivi sette team, composti ciascuno da un medico, un infermiere, un microscopista e un assistente sanitario; questo personale locale svolge interventi medici in cliniche rurali e, attraverso una clinica mobile, raggiunge i villaggi più remoti. "In un Paese caratterizzato da servizi di salute pubblica inadeguati e insufficienti, da tensioni etniche, da difficili condizioni di vita e da forti difficoltà negli spostamenti, la popolazione locale ha un accesso molto limitato a servizi sanitari di qualità. In questo contesto il ruolo delle nostre cliniche è cruciale e ben supportato dalle comunità locali" - spiega Daniele Panzeri, Responsabile Cesvi in Birmania.
I team medici, supportati da una rete di volontari presenti in ogni villaggio, conducono attività di prevenzione, diagnosi e trattamento farmacologico antimalarico. Il ruolo dei volontari locali è fondamentale poiché, vivendo loro stessi nei villaggi, possono intervenire tempestivamente. Inoltre, attraverso incontri pubblici si promuove l'uso di zanzariere impregnate e i modi per fronteggiare la malnutrizione e denutrizione infantile. Dal 2007 ad oggi l'ong italiana ha distribuito 150.000 zanzariere impregnate di insetticida di lunga durata (dai 3 ai 5 anni) e altre 70.000 verranno distribuite nel 2012.
"Grazie all'intenso lavoro Cesvi è riuscito a contribuire in maniera significativa a questa battaglia. I dati ufficiali dimostrano che dal 2001, anno in cui ha iniziato a lavorare in Myanmar, le persone affette dalla malaria sono sostanzialmente diminuite" - aggiunge Panzeri - "Si è passati a una diagnosi di un caso di malaria ogni cinque, a uno ogni venti. Ciò significa che l'intervento ha ridotto il livello di endemicità della malaria del 75%. I risultati ottenuti nella nostra lotta possono essere consolidati con una collaborazione ancora più stretta con il Ministero della Salute birmano e, considerato l'esito delle recenti elezioni suppletive, abbiamo sempre più fiducia in questo supporto".
CESVI è un'organizzazione umanitaria italiana laica e indipendente (Fondazione di partecipazione ONLUS), fondata nel 1985 a Bergamo. Opera in tutti i continenti per affrontare ogni tipo di emergenza e ricostruire la società civile dopo guerre e calamità; dà vita a progetti di lotta alla povertà, attraverso iniziative di sviluppo sostenibile, facendo leva sulle risorse locali e sulla mobilitazione delle popolazioni beneficiarie. In Italia è stata la prima associazione premiata con l'Oscar di Bilancio per la sua trasparenza nel 2001, importante riconoscimento ottenuto per la seconda volta nel 2011.