Il Comitato Collaborazione Medica esprime preoccupazione per la ripresa del conflitto tra Sudan e Sud Sudan, dove l'ong torinese è presente da molti anni con progetti di cooperazione internazionale sanitaria. Il presidente sudanese Omar el-Béchir ha dichiarato che "il Sudan darà una lezione con la forza al Sud Sudan", mentre ieri nella capitale sud sudanese Juba c'è stata una manifestazione "per la pace", che tuttavia inneggiava al diritto di mantenere la zona petrolifera di frontiera di Higlig, occupata dal 10 aprile da parte del Sud Sudan, che prosegue il reclutamento di soldati tra la popolazione locale, soprattutto nello stato di Warrap. Gli scontri sarebbero cominciati dal 26 marzo nell'area di Higlig e in altre zone all'interno dello stato di Unity, bombardato da aerei sudanesi dal 31 marzo insieme all'area di Abyej e ad altre zone nello stato di Warrap, con un intensificarsi dei bombardamenti la scorsa settimana.

In questa situazione di conflitto, la contea di Twic, dove il CCM  sostiene l'ospedale rurale di Turalei, è stata identificata come uno dei luoghi chiave per l'assistenza umanitaria agli sfollati interni e ai feriti dovuti alle violenze in corso. Il personale delle ong internazionali presente ad Agok e sul confine con il Sudan è in stato di allerta e molte hanno riallocato il loro staff a Turalei, per ragioni di sicurezza, ma la situazione è fluida ed in continua evoluzione. Il CCM è in stretto contatto con i funzionari ONU e con le altre ong presenti ad Agok, Turalei e Wunrok per il coordinamento dell'assistenza sanitaria e sta lavorando ad un piano di emergenza presso l'ospedale di Turalei, nel caso di peggioramento della situazione ed espansione del conflitto. La struttura sanitaria gestita dal CCM continua intanto le sue attività. Dispone di circa 40 letti per degenze chirurgiche e ricoveri e uno staff che prevede anche un chirurgo, un anestesista, e il personale per le emergenze ostetriche, pronti ad accogliere feriti e sfollati e tra di loro i più vulnerabili come donne e bambini.

Alcuni aggiornamenti sulla situazione in Sud Sudan sono forniti dai rapporti dell'"Health Cluster" Sud Sudan di OCHA, l'organo di coordinamento del settore sanitario ONU per le questioni di emergenza, che raggruppa anche le ong presenti sul territorio, dunque una tra le fonti più affidabili. I dati aggiornati a ieri, 18 aprile, riportano 11 decessi e 312 feriti (tra cui 35 civili) registrati dal 28 marzo scorso, di cui 283 a Bentiu, 15 a Mayom, 4 ad Agok, e 10 ad Aweil in seguito a bombardamenti aerei e scontri tra militari.

Ma più preoccupante è l'emergenza sanitaria che potrebbe originarsi dalle persone in fuga dagli scontri. Come sostiene Alessia Montanari, rappresentante CCM in Sud Sudan "i rischi maggiori sono la diffusione di epidemie legate all'acqua, alla mancata vaccinazione di bambini e all'aumento dei casi di malnutrizione. Tutti gli anni la fame nella contea di Twic si acutizza tra giugno e ottobre. Se la popolazione bisognosa di assistenza dovesse aumentare, le capacità di dare risposta alla crisi potrebbero non essere sufficienti".

Gli sfollati, cioè gli abitanti del Sud Sudan che hanno lasciato le loro case per motivi di sicurezza, sarebbero già circa 1.800 a Bentiu e dintorni nella contea di Rubkona, circa 2.000 nella contea di Pariang, 1.500 nella contea di Guit. Movimenti di persone ci sarebbero già anche nella vicina contea di Twic, sede dell'ospedale di Turalei gestito dal CCM. Centinaia di persone si starebbero muovendo verso Abyej, e questo potrebbe aumentare le tensioni in corso tra Sudan e Sud Sudan, anche se in quella zona rimane presente il cordone di sicurezza dei soldati Onu e dell'Unione Africana. Le aree più a rischio e maggiormente interessate da scontri e bombardamentei sono infatti quelle prive di truppe di pace internazionali.

Dal nord sono di ritorno verso il paese di origine veri e propri rifugiati, persone che fuggono verso sud volontariamente o che sono costretti a farlo dai militari del governo di Khartoum. Il numero dei profughi nel campo di Yida vicino al confine con il Sudan è salito a 18.000 persone, ed è in crescita. Fatto sta che OCHA sta allertando le ong del coordinamento per gli aiuti umanitari presenti sul territorio per prepararsi ad assistere 200.000 persone. 

Con la Campagna "Sorrisi di madri africane", che il CCM sta divulgando in Italia per garantire una gravidanza e un parto sicuri a 200.000 mamme e assicurare vaccinazioni e cure a 500.000 bambini in Africa entro il 2015, con soli 20 euro si può fornire un ciclo di vaccinazioni di base ad un bambino del Sud Sudan. Sostenere il CCM poi non costa nulla se lo si fa con il 5 x mille: basta una firma nella propria dichiarazione dei redditi nel riquadro "Sostegno al volontariato..." e inserire il codice fiscale dell'associazione: 97504230018.

Ufficio stampa CCM, Filippo Ciardi

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