Non possiamo e non dobbiamo rimanere indifferenti davanti alla vile aggressione subita da Claudio. La sua unica colpa quella di essere gay. Il pugno con cui il balordo di turno ha voluto colpire Claudio e la sua intimità, ha colpito tutti noi che quotidianamente cerchiamo di dare il nostro piccolo ma prezioso contributo, impegnandoci sempre per l'affermazione dei diritti civili e per la tutela di tutte le minoranze.
Come se non bastasse la violenza fisica dell'aggressione, Claudio ha dovuto subire l'umiliazione verbale dell'infermiere in servizio presso gli Ospedali Riuniti, dove sperava di poter trovare un luogo accogliente e sicuro per poter smaltire la rabbia e il dolore della vile aggressione di cui era rimasto vittima. Invece le rozze e meschine osservazioni alle quali il personale paramedico si è lasciato andare, confermano non solo l'assoluta ignoranza di chi quelle le parole le ha pronunciate, ma il contesto di feroci discriminazioni in cui sono costretti a vivere tanti nostri concittadini solo per motivi di orientamento sessuale.
Ancora una volta la nostra città rischia di essere soffocata dai più squallidi rigurgiti fascisti che stentano a tramontare, a conferma del degrado morale, etico e culturale nel quale siamo costretti quotidianamente a sopravvivere. Non è la prima volta che le strade di Reggio si trasformano in teatro di vili violenze a sfondo omofobico. Si ricorderà a proposito la storica sentenza del Tribunale di Reggio Calabria che nel 2007 sancì non solo il risarcimento economico a favore di un ragazzo che era stato aggredito e chiamato "frocio" in pieno centro cittadino, ma anche la condanna degli aggressori a due anni di reclusione. Il giudice intendeva ribadire in tal modo l'assoluto rifiuto e la piena condanna da parte dell'ordinamento italiano per ogni forma di intolleranza e di aggressione, fisica o verbale, da chiunque realizzata, per motivi di discriminazione sessuale.
Noi dell'Arci chiediamo alle forze dell'ordine di fare piena luce sulla raccapricciante vicenda, auspicando che anche la Dirigenza degli Ospedali Riuniti voglia prendere provvedimenti chiari ed esemplari nei confronti di chi non si è limitato a svolgere il proprio lavoro .Intendiamo ,inoltre,esprimere la nostra piena solidarietà a Claudio, la nostra ammirazione per un ragazzo che nonostante il dolore fisico e psicologico brutalmente procuratogli, ha trovato il coraggio di denunciare pubblicamente quanto accaduto. Vogliamo esprimere la nostra vicinanza a tutti coloro che quotidianamente si impegnano, sognando una società diversa dove diritti e dignità non siano solo slogan vuoti di copertina, ma condizioni reali. E ci impegneremo soprattutto per impedire che Reggio possa divenire triste avamposto di squallide nostalgie fasciste.