ITALIA NOSTRA vuole ancora una volta ricordare a sé stessa e a tutti gli italiani che questa orribile paginaincivile della nostra storia è ancora aperta. Le lottizzazioni del progetto C.a.s.e. non solo hanno contribuitoa distruggere il paesaggio abruzzese e l'identità stessa delle comunità ferite e deportate in questi quartierinei quali si vorrebbe continuare a investire il denaro di tutti, ma oggi costituiscono ancora uno dei maggioriostacoli alla ricostruzione dei centri storici.

ITALIA NOSTRA vuole ancora una volta rompere il filo spinato di silenzio che avvolge L'Aquila, e costringere imedia a non dimenticare. La "cricca" di speculatori che rideva quella notte, e i cui componenti sonocresciuti esponenzialmente in questi 3 anni, ha ancora i suoi rappresentanti nei gangli vitali delle decisioni:è per questo che non si pone termine all'emergenza: per permettere agli interessi della speculazione diaggirare le leggi ordinarie. I centri storici non devono morire!! Il centro storico di L'Aquila deve rimaneredegli aquilani !!Come nel nostro MANIFESTO per L'ABRUZZO del novembre 2010

ITALIA NOSTRA CHIEDE ?ANCORA:
1. che cessino le illegalità incostituzionali dei poteri commissariali e che i poteri per la ricostruzionetornino nelle mani degli Enti Locali;
2. che si dia avvio a una immediata e trasparente programmazione a breve, medio e lungo periodo
3. che i cittadini e le attività produttive possano tornare al più presto nei centri storici;4. che le istituzioni culturali e pubbliche locali vengano adeguatamente sostenute e anch'esseritornino nei centri storici;
5. che le competenze per il restauro dei beni storico architettonici tornino nelle mani del Ministeroche secondo la nostra Costituzione è deputato alla loro tutela.

ITALIA NOSTRA PROPONE QUINDI:
1. che venga applicata nel restauro conservativo dei centri storici la "carta di Gubbio", semplificandole procedure che possono benissimo seguire le perimetrazioni delle zone "A" da tempo esistenti,accantonando l'incauta proposta del cosiddetto piano OCSE-Groningen
2. che venga applicato il piano paesaggistico conservativo della Soprintendenza ai monumenti perl'Abruzzo, che salverebbe dalla demolizione gli edifici antichi, dando ai proprietari la possibilità diottenere congrui risarcimenti;
3. che venga parallelamente sostenuto il Piano di ricostruzione adottato dal Comune di L'Aquila cheva nella stessa direzione dell'impostazione della Soprintendenza;
4. che venga elaborato un piano di politica culturale finora totalmente assente;
5. che il Museo Nazionale dell'Aquila ritorni nel Castello (allontanando incongrui progetti"mangiasoldi" o deportazioni e tournée mercatistiche delle opere d'arte) e che venga predispostodal MiBAC, dalla Diocesi e dai comuni un piano museale diffuso per il cuore aquilano dell'Abruzzo,che recuperi il notevole patrimonio degli artisti abruzzesi (poco o affatto conosciuto, quanto dienorme valore storico-culturale) di tutte le epoche;
6. che venga spostato o meglio annullato l'Auditorium progettato da Renzo Piano: un progettocostoso e inutile che devasta un parco vincolato e toglie le visuali del Castello;
7. che gli indennizzi vengano attribuiti anche alle attività produttive e adeguatamente incrementati inmodo da costituire un ulteriore incentivo per il ritorno dei cittadini e delle stesse attività produttivee professionali nei centri storici;
8. che gli Enti locali, le Soprintendenze e le istituzioni culturali ottengano adeguati incentivi economicicostanti per aprire sportelli dedicati ai cittadini, rinforzandoli con le numerose competenze deigiovani presenti sul territorio.

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