All'indomani della visita effettuata a Tripoli, Amnesty International Italia ha scritto al ministro dell'Interno, Annamaria Cancellieri, rinnovando le preoccupazioni per lo sviluppo degli accordi tra Italia e Libia, in considerazione della negativa situazione dei diritti umani nel paese nordafricano, con particolare riferimento ai maltrattamenti di migranti subsahariani, ritenuti collettivamente, assieme ai libici di pelle nera, lealisti pro-Gheddafi o sanzionati da uno status d'immigrazione irregolare.
Nella lettera, Carlotta Sami, direttrice di Amnesty International Italia, fa appello alle assicurazioni ricevute dal ministro Cancellieri nel corso dell'incontro del 15 marzo, circa la trasparenza delle negoziazioni e chiede, poiché un primo accordo di cooperazione con la Libia è stato già firmato in occasione della visita, che il testo sia reso pubblico.
La lettera di Amnesty International Italia ricorda le richieste già formulate al governo italiano, ovvero che:
- qualsiasi forma di cooperazione con la Libia abbia come presupposto un miglioramento dei diritti umani nel paese, sia trasparente e subordinata all'impegno e alla capacità delle due parti di rispettare appieno i diritti umani di richiedenti asilo, rifugiati e migranti, e risulti in linea con il diritto internazionale dei diritti umani e il diritto internazionale dei rifugiati;
- il governo utilizzi i propri rapporti diplomatici privilegiati con la Libia per chiedere alle autorità di Tripoli di stabilire al più presto la base legale della presenza dell'Alto commissariato Onu per i rifugiati in Libia, attraverso un memorandum d'intesa che consenta lo svolgimento di attività di protezione quali registrazione, determinazione dello status di rifugiato e visita ai luoghi di detenzione; fermare le uccisioni illegali e altri attacchi violenti; porre fine agli arresti e alle detenzioni arbitrarie; prevenire la tortura e altri trattamenti disumani e degradanti; ripristinare lo stato di diritto, anche combattendo il razzismo e la xenofobia e attuando un processo di disarmo e di smantellamento degli organismi responsabili delle violazioni dei diritti umani.
Nella lettera al ministro Cancellieri, Carlotta Sami rinnova l'apprezzamento di Amnesty International Italia per le dichiarazioni pubbliche del ministro in merito alla necessità di rispettare la sentenza della Corte europea dei diritti umani sul caso Hirsi Jamaa e altri contro l'Italia.
"Quella sentenza è una pietra miliare del diritto internazionale dei diritti umani" - scrive Carlotta Sami - "e conferma l'impossibilità di una qualsiasi collaborazione con la Libia in materia di controllo dell'immigrazione, giacché nel paese mancano al momento anche le minime garanzie nei confronti dei diritti e delle libertà fondamentali".
Sul tema dei cosiddetti "respingimenti in mare", oggetto della sentenza, Amnesty International Italia ha accluso alla lettera al ministro Cancellieri una copia del documentario "Mare chiuso", di Stefano Liberti e Andrea Segre, che l'organizzazione per i diritti umani ha patrocinato.