Hanno deciso di puntare su uno dei settori trainanti dell'economia nazionale, la ristorazione, offrendo piatti e menù prelibati. Da Torino a Firenze, passando per Roma, sono sempre di più in Italia le trattorie e i ristoranti dove soci, cuochi e camerieri hanno una disabilità. E chi decide di provare torna di nuovo, non solo per il valore sociale del progetto, ma anche per i piaceri della buona cucina. Ecco la prima inchiesta pubblicata sul mensile "SuperAbile Magazine"
ROMA - Da Torino a Firenze, passando per Roma, sono tanti i ristoranti nati per dare lavoro alle persone con disagio mentale o fisico, che nel tempo hanno pensato di puntare sulla buona cucina. Creati inizialmente da associazioni - per lo più di familiari - per dare un futuro ai propri figli, oggi questi progetti, accanto al valore sociale dell'iniziativa, si concentrano sempre di più su un cibo raffinato, nella convinzione che per poter essere sostenibile economicamente un locale debba offrire un buon livello di ristorazione. Su questo tema si concentra la prima inchiesta della nuova rivista dell'Inail "Superabile magazine". Un viaggio alla scoperta dei progetti più interessanti cha hanno puntato sulla ristorazione di qualità come progetto di reinserimento lavorativo per i disabili. Tra le locande visitate "La lanterna di Diogene", di Solara di Bomporto in provincia di Modena; la "Pecora nera" di Lucca e "La Locanda dei girasoli" nel quartiere popolare del Quadraro a Roma.
Ma i ristoranti "speciali" sparsi per la penisola sono tanti. Nel capoluogo piemontese c'è il "Caffè Basaglia", sostenuto anche dal progetto "Terra Madre" di Slow food: in sala, in cucina e al bar ragazzi provenienti dal servizio di psichiatria "Franco Basaglia". Aperto dal martedì alla domenica, dalle ore 18 alle 20 offre - tempo permettendo - un aperitivo sulla terrazza; una volta a settimana è previsto un dj set tematico. Invece in provincia di Lucca, a Borgo a Mozzano, sette disabili lavorano al bar-osteria "Le mani in pasta", che la Misericordia di Corsagna ha aperto anche grazie alsostegno del Centro servizi volontariato Toscana. Ancora, sui colli di Sasso Marconi sorge l'agriturismo "Il Monte" dell'azienda Copaps, gestito dalla cooperativa sociale "La Rupe". A Firenze una diversa ristorazione si può gustare nel locale "I ragazzi di Sipario". La trattoria - 40 coperti, in cui lavorano 17 giovani coordinati da una cuoca professionista - è nata grazie all'associazione "Sipario", al fianco di persone con handicap intellettivo e ritardo mentale. A Prato una volta al mese il locale "Opera 22" viene gestito, in cucina e in sala, da ragazzi autistici per una serata di sensibilizzazione sul tema. E la lista dei ristoranti che impiegano persone con disabilità è ancora lunga. A partire dal numero di febbraio "Superabile magazine" recensisce i migliori nella nuova rubrica "Il pranzo della domenica". (ec)