I nuovi conflitti e il crescente flusso in uscita da alcune crisi di più vecchia data - come quella in Afghanistan - hanno contribuito all'aumento del 20% nel numero di domande d'asilo registrato nel 2011. È quanto emerge dal rapporto sull'asilo nei paesi industrializzati pubblicato ieri dall'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR). 
 
Secondo le stime riportate nella pubblicazione Asylum Levels and Trends in Industrialized Countries 2011 sono state 441.300 le domande d'asilo registrate lo scorso anno; erano state 368.000 l'anno precedente. Il rapporto prende in esame 44 paesi in Europa, Nord America, Australasia e Asia Nord-Orientale. 
 
In termini relativi, l'incremento maggiore è stato riscontrato in Europa Meridionale, dove sono state presentate 66.800 domande d'asilo: un salto dell'87%. La maggior parte di tali richieste è stata inoltrata da persone arrivate via mare in Italia e a Malta, ma un netto incremento si è verificato anche in Turchia. 
 
In Italia, in particolare, sono state registrate - nel 2011 - oltre 36.000 domande di asilo. Si tratta per la maggior parte di persone provenienti dal Corno d'Africa e dall'Africa subsahariana giunte via mare dalla Libia. Questa cifra rappresenta un considerevole aumento rispetto all'anno precedente (circa 10.000), durante il quale però il ridotto numero di domande è attribuibile anche alle politiche restrittive attuate nel Canale di Sicilia da Italia e Libia. Un consistente numero di domande era stato registrato già in passato, come nel 2008 (oltre 30.000), prima che venissero effettuati i respingimenti in alto mare, e nel 1999 (oltre 33.000) a seguito della crisi del Kosovo.
 
"L'elevato numero di domande d'asilo mostra chiaramente come il 2011 sia stato un anno di grande difficoltà per un numero molto alto di persone. Noi possiamo solo essere lieti del fatto che durante tutto l'anno il sistema internazionale dell'asilo è rimasto saldo" ha dichiarato l'Alto Commissario ONU per i Rifugiati António Guterres. "Tuttavia è importante guardare queste cifre in prospettiva. Il numero delle domande d'asilo presentate in tutti i paesi industrializzati è ancora inferiore alla popolazione di Dadaab, un campo di rifugiati che si trova nel nord-est del Kenya". 
 
Considerati nel loro complesso, i 38 paesi europei hanno registrato 327.200 domande d'asilo, più che ogni altra regione, con un aumento del 19% rispetto al 2010. In America Settentrionale sono state inoltrate 99.400 domande, quasi un quarto in più rispetto a un anno prima, mentre il Giappone e la Repubblica di Corea hanno fatto registrare la cifra record di 2.900 domande, per un aumento del 77% rispetto al 2010. 
 
Solo nei paesi Nordici e in Australasia il numero di richiedenti asilo è diminuito, rispettivamente del 10% (47.500 domande) e del 9% (11.800). 
 
Come diretta conseguenza dell'instabilità in Africa Occidentale e nel mondo arabo, nel 2011 il numero di richiedenti asilo provenienti da Costa d'Avorio, Libia, Siria e altri paesi ha raggiunto livelli record con 16.700 domande in più rispetto al 2010. 
 
Il paese d'origine del più alto numero di richiedenti è stato l'Afghanistan - con 35.700 - per un aumento del 34% rispetto al 2010. La Cina si è confermata al secondo posto (24.400 richiedenti), seguita dall'Iraq (23.500). 
 
 
Ulteriori informazioni
 
- L'UNHCR produce rapporti statistici sulle tendenze dell'asilo in 44 paesi industrializzati due volte l'anno. I dati sull'asilo su altri paesi vengono pubblicati dall'Agenzia nel Global Trends Report, la cui prossima versione sarà emessa nel giugno 2012. 
 
- Gli Stati Uniti - 74.000 le domande stimate - si collocano al primo posto tra i paesi con il maggior numero di domande d'asilo ricevute nel 2011 tra i 44 paesi considerati dal rapporto. A livello globale, comunque, il paese che ha ricevuto il maggior numero di domande d'asilo è stato il Sudafrica (non preso in esame dal rapporto), in cui nello stesso periodo sono state registrate 107.000 domande. 
 
- È importante sottolineare che le domande d'asilo non costituiscono un'indicazione di tendenze migratorie, né il riflesso del numero di persone che vengono riconosciute come rifugiati. 
 
Scarica il rapporto (in inglese) in formato PFD



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