Una delegazione di Amnesty International Italia, composta da Carlotta Sami, direttrice generale, e da Giusy D'Alconzo, direttrice dell'Ufficio Campagne e della ricerca, ha incontrato giovedì scorso il ministro dell'Interno Annamaria Cancellieri per discutere una serie di preoccupazioni e raccomandazioni sul rispetto dei diritti umani nel contesto dei rapporti tra Italia e Libia, in vista della sua visita nel paese nordafricano.
 
Gli ultimi anni, ha sottolineato la delegazione di Amnesty International, sono stati drammatici per i diritti umani dei migranti e dei rifugiati. L'organizzazione ha ricordato la sua contrarietà alla scelta di rinviare forzatamente in Libia uomini, donne e bambini ed esporli così a rischi per la loro vita e ha manifestato apprezzamento per il fatto che il ministro Cancellieri si sia espresso per il rispetto della sentenza Hirsi, con cui il 23 febbraio la Corte europea dei diritti umani ha condannato la politica del "respingimento" di migranti e richiedenti asilo attraverso operazioni di rinvio forzato in mare, risultanti in arresti arbitrari, tortura e detenzione a tempo indeterminato in condizioni disumane.
 
La delegazione di Amnesty International ha segnalato al ministro Cancellieri l'allarmante situazione dei diritti umani in Libia, con particolare riferimento ai maltrattamenti di migranti subsahariani, ritenuti collettivamente, assieme ai libici di pelle nera, lealisti pro-Gheddafi o sanzionati da uno status d'immigrazione irregolare.
 
Le nuove autorità di Tripoli hanno di fronte a sé sfide complesse e Amnesty International auspica che l'Italia possa esercitare un ruolo chiave nel favorire una transizione verso un sistema pienamente fondato sui diritti umani.  
 
Non si può invece ipotizzare in questo momento, e nelle attuali condizioni, una cooperazione sul controllo dell'immigrazione che sia compatibile con i diritti umani.

Per queste ragioni, la delegazione di Amnesty International ha sottoposto al ministro Cancellieri le seguenti richieste:

  • desistere dal condurre qualsiasi operazione di "respingimento" (rinvio forzato) verso la Libia o di cooperazione con la Libia nell'intercettare migranti e respingerli;
  • mettere da parte il Memorandum d'intesa sul "controllo delle migrazioni", firmato con il Consiglio nazionale di transizione libico il 17 giugno 2011, fino a una revisione approfondita dell'incidenza sui diritti umani degli accordi firmati dai due paesi in questo settore, e finché non siano state introdotte le necessarie modifiche, per garantire che il "controllo dell'immigrazione" non abbia mai luogo a spese dei diritti umani;
  • assicurarsi che ogni forma di cooperazione con le autorità libiche, futura e in corso, in materia di immigrazione sia assolutamente trasparente e subordinata all'impegno e alla capacità delle due parti di rispettare appieno i diritti umani di richiedenti asilo, rifugiati e migranti, e che sia in linea con il diritto internazionale dei diritti umani e il diritto internazionale dei rifugiati.

La delegazione di Amnesty International Italia ha apprezzato la disponibilità del ministro Cancellieri a proseguire il dialogo con l'associazione sul tema della cooperazione con la Libia, con particolare riferimento al rispetto dei diritti umani.

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