Il Tavolo Asilo, un forum informale delle maggiori organizzazioni italiane attive nel campo dell'asilo e della protezione dei richiedenti asilo e rifugiati, coordinato dall'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) ha presentato ieri, insieme ad un gran numero di altre associazioni, enti locali ed enti di tutela operanti in questo campo, un appello al governo affinché si trovino al più presto delle soluzioni per i migranti, richiedenti asilo e rifugiati di vari paesi giunti in Italia nel 2011 a causa del conflitto in Libia.
Lo scorso anno oltre 1,3 milioni di persone di varie nazionalità hanno lasciato la Libia per sfuggire alla violenza. Di queste, circa 28 mila hanno attraversato il Mediterraneo in cerca di sicurezza in Italia. Tra loro vi erano rifugiati in fuga da altri paesi che si trovavano in Libia e anche migranti che da anni lavoravano in questo paese. Al loro arrivo in Italia sono stati tutti incanalati nella procedura d'asilo. Va notato che l'ottenimento della protezione internazionale, ovvero dell'asilo, si basa sulla condizione del singolo nel paese di origine, non in quello di transito o in cui risiede per motivi di lavoro.
Appare pertanto necessario trovare soluzioni eque e ragionevoli che tutelino in modo adeguato i bisogni di assistenza di coloro che sono fuggiti dal conflitto in Libia ma che tuttavia non posseggono i requisiti per ottenere la protezione internazionale, evitando di generare situazioni di irregolarità senza soluzione a breve termine e con potenziali gravi ripercussioni sulla società nel suo complesso.
In questo contesto, il Tavolo Asilo e gli altri soggetti aderenti all'appello propongono al governo e alle autorità competenti di valutare l'opportunità di una più ampia attuazione delle norme vigenti in materia di protezione umanitaria che permetterebbe di rilasciare un permesso di soggiorno alla maggior parte delle persone arrivate dalla Libia e la concessione di un permesso di soggiorno a titolo temporaneo a quanti non hanno ottenuto il riconoscimento della protezione internazionale, né la protezione umanitaria. In tal modo si concederebbe a queste persone un ulteriore periodo di regolare soggiorno in Italia, al fine di poter predisporre adeguati programmi di ritorno volontario assistito con un adeguato incentivo economico, sia verso i Paesi di origine, sia verso la Libia, quando la situazione sarà sufficientemente stabile e sicura da poter garantire il rispetto dei diritti umani. Inoltre, tali misure consentirebbero, ove ricorrano le condizioni previste dalla legge di convertire il permesso di soggiorno temporaneo in un permesso ad altro titolo.
Il tavolo asilo e gli altri soggetti aderenti all'appello esortano quindi le autorità ad adottare quanto prima le misure più appropriate per coloro che rischiano di diventare irregolari così come a facilitare il processo di integrazione di coloro a cui è stata riconosciuta la protezione internazionale.