Il mondo ha raggiunto l'Obiettivo di Sviluppo del Millennio 7, che prevede di dimezzare la percentuale di persone senza accesso all'acqua potabile: un risultato ottenuto in anticipo rispetto alla scadenza, stabilita per il 2015. Lo affermano l'UNICEF e l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) in un nuovo rapporto lanciato oggi.
Tra il 1990 e il 2010, oltre due miliardi di persone hanno avuto accesso a fonti di acqua potabile "migliorate", ossia reti idriche e pozzi in cui la qualità dell'acqua è soggetta a controllo.
Il Rapporto "Progress on Drinking Water and Sanitation 2012", realizzato nell'ambito del JMP (Joint Monitoring Programme for Water Supply and Sanitation) di UNICEF e OMS, afferma che alla fine del 2010, l'89% della popolazione mondiale, circa 6,1 miliardi di persone, ha accesso a fonti migliorate d'acqua potabile.
Questa quota rappresenta l'1% in più rispetto alla soglia dello 88% prevista nel 2000 dagli Obiettivi di Sviluppo del Millennio.
Il rapporto prevede che, entro il 2015, il 92% della popolazione mondiale avrà accesso a fonti migliorate d'acqua potabile.
Una buona notizia soprattutto per l'infanzia
Il Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha dichiarato: «Abbiamo raggiunto un grande traguardo per tutte le persone del mondo. Questo è il primo Obiettivo di Sviluppo del Millennio conseguito. Gli sforzi per ampliare le possibilità di accesso all'acqua potabile rappresentano un segnale concreto per coloro che hanno pensato che questi Obiettivi non fossero un sogno, ma uno strumento vitale per migliorare la vita di milioni di persone tra le più povere al mondo.»
«Questa è una buona notizia specialmente per i bambini», ha affermato il Direttore dell'UNICEF Anthony Lake. «Ogni giorno più di 3.000 bambini muoiono per malattie legate alla diarrea. Il raggiungimento di questo obiettivo segnerà una lunga via per salvare molti bambini.»
Lake ha poi aggiunto che non è possibile cantare vittoria poichè il restante 11% della popolazione mondiale - 783 milioni di persone - non hanno ancora accesso all'acqua potabile e miliardi di persone non hanno ancora accesso ai servizi igienico-sanitari.
«I numeri sono ancora provvisori» ha proseguito, «ma il risultato annunciato oggi dimostra che gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio possono essere raggiunti con volontà, sforzi e risorse.»
Servizi igienici per tutti, siamo ancora lontani
Il rapporto evidenzia tuttavia che il mondo è ancora lontano dal raggiungimento dell'Obiettivo di Sviluppo del Millennio 7 per quanto concerne l'accesso ai servizi igienici, ed è improbabile che vi si arrivi entro la scadenza del 2015.
Solo il 63% dei Stati nel mondo ha migliorato i livelli di accesso ai servizi igienico-sanitari. Secondo una proiezione, questa percentuale sarà soltanto al 67% entro il 2015: ben al di sotto della soglia del 75% prevista dagli Obiettivi di Sviluppo del Millennio.
Attualmente 2,5 miliardi di persone non hanno ancora accesso ai servizi igienico-sanitari.
«Fornire un accesso sostenibile a fonti migliorate di acqua potabile è una delle cose più importanti che possiamo fare per ridurre le malattie» ha detto il Direttore dell'OMS Margaret Chan. «Ma questo risultato oggi è solo l'inizio. Dobbiamo continuare a garantire che questo accesso rimanga sicuro. In caso contrario, i nostri risultati saranno vani.»
L'Africa resta indietro
Il rapporto evidenzia anche le sfide che restano da affrontare. I dati globali nascondono le grandi disparità tra regioni e tra Paesi, nonché all'interno degli stessi Stati.
Nell'Africa Subsahariana, solo il 61% della popolazione ha accesso a fonti "migliorate" di acqua potabile, rispetto ad oltre il 90% della popolazione che vive in America Latina, nei Caraibi, nel Nord Africa e in gran parte dell'Asia. Oltre il 40% della popolazione globale che ancora non ha accesso all'acqua potabile risiede nell'Africa Subsahariana.
Nelle aree rurali dei Paesi meno sviluppati, 97 persone su 100 non hanno acqua corrente e il 14% della popolazione beve acqua di superficie - per esempio da fiumi, stagni o laghi.
Degli 1,1 miliardi di persone che per carenze di gabinetti e fognature sono ancora costrette alla defecazione in luogo aperto, la maggior parte - 949 milioni - vive in aree rurali (guarda il video su questo problema in Nigeria) .
Anche nei paesi del cosiddetto "gruppo BRIC", [Brasile, Russia, India e Cina], caratterizzati da una rapida crescita economica, c'è un enorme numero di persone che pratica la defecazione all'aperto: 626 milioni in India, 14 milioni in Cina e 7,2 milioni in Brasile.
«Abbiamo raggiunto un traguardo importante, ma non possiamo fermarci qui» ha concluso il Segretario Generale dell'ONU Ban Ki-moon. «Il nostro prossimo passo è il più difficile, raggiungere le persone più povere e svantaggiate del mondo. L'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha riconosciuto l'accesso all'acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari come un diritto umano. Ciò significa che dobbiamo assicurare che ogni persona al mondo ne abbia accesso.»