Riparte al carcere "Due Palazzi" il laboratorio di teatro, condotto ormai da vent'anni da Tam Teatromusica all'interno dell'istituto penitenziario padovano.

Ospite d'eccezione per l'avvio della nuova fase di impegno della compagnia, l'attore, regista e scrittore ASCANIO CELESTINI, che sabato mattina ha incontrato un gruppo di detenuti coinvolti nelle attività culturali del carcere: «I "matti" non sono le voci che sentono, non sono la loro malattia, come i detenuti non sono il reato che hanno commesso, ma sono altro, sanno fare altro? Nel mio lavoro ho scelto di occuparmi in particolare dello spaesamento - ha esordito -: quello dei manicomi, delle fabbriche, del carcere? Ma anche quello di ognuno di noi, tutti a diverso modo spaesati e privi di un proprio "campanile", esterno o interiore che sia, tutti in cerca di un centro. E il teatro, come l'arte e la cultura, può aiutarci a ritrovare il centro, il campanile» ha continuato Celestini, che in breve ha conquistato tutti i presenti, con quel suo dire cose importanti raccontando storie.

Nei giorni scorsi in città per portare in scena al teatro Verdi il suo "Pro Patria. Senza prigioni, senza processi" - spettacolo che affronta tra l'altro anche il tema della detenzione -, Celestini ha accettato volentieri l'invito di Tam Teatromusica: si tratta di un segnale importante di sostegno e riconoscimento al lavoro della compagnia in carcere, per un progetto che nel 2011 aveva subito una battuta d'arresto a causa dei tagli finanziari ed è rimasto in forse fino all'ultimo anche quest'anno. Non è la prima volta che Ascanio Celestini, da tempo impegnato per scelta artistica e personale in spettacoli che si occupano di tematiche sociali, è ospite a Padova invitato da associazioni: la scorsa estate Mimosa l'aveva coinvolto in un progetto di rivitalizzazione e riqualificazione sociale dell'area della stazione ferroviaria.

Alla base del progetto di Tam Teatromusica, che gode del sostegno della Regione Veneto-Assessorato Politiche sociali e della collaborazione del Comune di Padova, vi è la creazione di percorsi culturali che favoriscano occasioni di dialogo e di scambio tra le persone detenute e la realtà esterna ai fini di un reinserimento sociale. Può nascere da qui anche un percorso di dialogo e integrazione tra la città e il carcere.

Condotto dagli attori e registi Maria Cinzia Zanellato e Loris Contarini, il laboratorio teatrale/multiculturale segue il metodo della "drammaturgia dell'esperienza", cioè considera e mette al centro la storia personale, la provenienza sociale e culturale di ogni singola persona detenuta.

La realizzazione e la presentazione di uno spettacolo conclusivo contribuiscono ancora di più a creare il senso del "gruppo" e di appartenenza tra i detenuti, tutti quanti chiamati a collaborare per una finalità comune.

Non meno importante è anche il valore di testimonianza assunto dallo spettacolo nei confronti del pubblico: per affermare che la realtà del carcere è fatta di persone con una propria storia ed esperienza alle spalle, non solo di detenuti con una pena da scontare. A fornire quest'anno l'ispirazione saranno Le Città invisibili di Italo Calvino. Un primo studio dello spettacolo confluirà nella terza parte di CONTRAPPUNTI, la rassegna di teatro, musica e danza promossa e organizzata sempre da Tam Teatromusica, in collaborazione con l'Assessorato alla Cultura del Comune di Padova, la Regione del Veneto e Arteven, e il sostegno del Ministero per i Beni e le attività culturali.

L'esperienza di Teatrocarcere della compagnia padovana è considerata un'eccellenza a livello nazionale e ha ottenuto notevoli riconoscimenti anche istituzionali: segnalato nel sito del Ministero della Giustizia come gruppo tra i più significativi in Italia per il teatro in carcere, Tam Teatromusica nel 2011 è stato incluso da una ricerca transnazionale sul ruolo socioeducativo dell'arte e della cultura (finanziata dall'Unione Europea e promossa dalla Fondazione Michelucci con il patrocinio del Ministero), tra le migliori otto buone pratiche italiane individuate. E ancora, a livello artistico nel 2000, in occasione del Giubileo, a Tam Teatrocarcere è stato assegnato il prestigioso "Premio Enrico Maria Salerno" e nel 2010 lo spettacolo "Annibale", interpretato da una persona detenuta, è stato selezionato per il "Premio Off" del Teatrostabile del Veneto.

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