La fame è in aumento nel Sud Sudan. Il mancato raccolto, i prezzi elevati e il conflitto spingono milioni di persone ai limiti della sopravvivenza. Per far fronte alla situazione, quest'anno il WFP prevede di fornire assistenza alimentare a oltre 2,7 milioni di persone nel paese. Chris Nikoi, Direttore dell'ufficio WFP in Sud Sudan, dichiara che le imminenti piogge, le cattive condizioni delle infrastrutture e gli alti livelli di malnutrizione rendono l'operazione d'emergenza una corsa contro il tempo.
Quante persone rischiano di soffrire la fame quest'anno in Sud Sudan?
4,7 milioni di abitanti avranno difficoltà a procurarsi il cibo di cui hanno bisogno nel 2012. Tale cifra corrisponde a quasi la metà della popolazione dell'intero paese. Un milione di abitanti del Sud Sudan è già in una condizione di grave insicurezza alimentare e avrà bisogno di assistenza.
 
A livello operativo, quali sono le maggiori sfide da affrontare per fornire assistenza alimentare alle persone che ne hanno bisogno?
Il Sud Sudan è uno dei maggiori paesi sottosviluppati del mondo. Una volta iniziate le piogge, il 60 % del paese sarà inaccessibile perché non vi è un numero sufficiente di strade. Lottiamo sempre contro il tempo per fornire assistenza alimentare là dove serve, prima che inizi a piovere. 
 
Inoltre, la chiusura del confine tra Sudan e Sud Sudan ci ha costretti a trovare nuovi percorsi per  portare cibo nel paese. Per superare le difficoltà di operare lungo le rotte marittime dal Kenia, abbiamo aperto un corridoio separato, per portare cibo nel paese, da Gibuti. Stiamo anche acquistando cibo da paesi come la Tanzania.
 
Quali sono i fattori principali della crisi alimentare in Sud Sudan? 
Il primo fattore è il mancato raccolto, causato dal ritardo nelle piogge a ottobre e novembre. Il secondo fattore regionale è il conflitto in corso, che ha spinto 350.000 persone ad abbandonare le proprie case quest'anno. Il conflitto costringe le persone ad abbandonare le proprie case e il lavoro nei campi. In aggiunta, c'è da considerare la chiusura del confine tra Sudan e Sud Sudan, che ha aggravato la situazione. Allo stesso tempo, migliaia di sud sudanesi stanno tornando alle proprie case dal Sudan, il che comporta un aumento del numero di persone che hanno bisogno di assistenza alimentare.
 
Quali sono i motivi principali per cui la popolazione ha lasciato le proprie case quest'anno?
Il primo è la violenza tra comunità confinanti. Alla fine del 2011, è scoppiato un grave conflitto che ha colpito oltre 140.000 persone. Il secondo è la violenza nelle regioni del Kordofan meridionale e del Nilo blu, che ha spinto 100.000 rifugiati ad abbandonare il Sudan per andare in Sud Sudan, oltrepassando il confine.
 
Attualmente il WFP sta fornendo assistenza alimentare in Sud Sudan. Cosa sta facendo per garantire una sicurezza alimetare più a lungo termine nel paese?
Ci saranno sicuramente altri eventi climatici negativi, ma l'importante è costruire le basi per le capacità di ripresa della popolazione. Stiamo lavorando con le comunità per aiutarle a produrre maggiori quantità di cibo, a migliorare le strutture dei depositi, e aumentare l'accesso ai mercati. Infatti, stiamo aiutando nella costruzione di un'intera rete di autostrade grazie alle quali sarà più semplice per i coltivatori far giungere i prodotti nei mercati. Un altro importante provvedimento è fornire ai bambini il nutrimento di cui hanno bisogno per sviluppare il proprio potenziale fisico e intellettuale, perché il futuro del Sud Sudan dipende da loro. 
 
Qual è la chiave della sicurezza alimentare in Sud Sudan nel lungo periodo?
Al momento, solo il 4 per cento del terreno arabile in Sud Sudan è coltivato. Vi è un'enorme potenziale per l'agricoltura, ma per poterlo sfruttare al meglio le comunità hanno bisogno di pace e stabilità in modo da potersi dedicare al proprio sostentamento. Fornire assistenza alimentare alle comunità che ne hanno bisogno è un modo fondamentale per sostenere questo tipo di stabilità.

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