ROMA - Il governo, da ultimo per bocca del ministro del Lavoro e Politiche sociali Elsa Fornero in commissione Affari Sociali alla Camera, ha smentito l'intenzione di sottoporre a limiti di reddito l'accesso all'assegno relativo all'indennità di accompagnamento, anche se - a quanto è dato di capire - l'esecutivo ha intenzione di studiare una formula che consenta una distinzione fra persone disabili e persone non autosufficienti, la cui conseguenza in termini operativi è al momento difficilmente immaginabile.
L'allarme per l'ipotesi di legare l'assegno di accompagnamento alla situazione reddituale della famiglia ai fini Isee resta forte fra le associazioni delle persone con disabilità, che mantengono le antenne ben dritte per intercettare gli umori e le intenzioni di Palazzo Chigi e dintorni. E proprio al titolare di Palazzo Chigi, il presidente del Consiglio Mario Monti, è indirizzata una lettera aperta scritta dall'Unione italiana ciechi e ipovedenti (Uic): il racconto della vita quotidiana di una persona cieca, dei problemi quotidiani da affrontare, delle questioni pratiche che ora dopo ora, minuto dopo minuto, devono essere risolte, pianificate, superate. La missiva è stata inviata dall'Uic anche a tutti i deputati e senatori, con la richiesta di avviare fra i vari gruppi parlamentari una raccolta di firme da inviare al premier a sostegno della causa dell'Uic. "Il decreto Salva-Italia - spiega il presidente Uic Tommaso Daniele - mette in discussione l'indennità di accompagnamento dei ciechi e degli altri disabili gravi: se tale logica dovesse passare, i disabili tornerebbero al Medioevo dell'assistenza con il grave rischio dell'esclusione sociale".
Nella lettera inviata a Monti, il protagonista descrive la propria vita quotidiana e le difficoltà incontrate in ogni istante: dal capire cosa dice il foglietto trovato sul tavolo del salotto alla lettera appesa nell'androne del condominio, passando per le lettere arrivate a casa, per la difficoltà della spesa al supermercato, per il dipendere in gran parte dall'accompagnatore per la propria autonomia, viene illustrata la condizione di un cittadino cieco, e si ribadisce come "le provvidenze che il governo vuole mettere in discussione, frutto di lotte e sacrifici, costituiscono il mezzo per fronteggiare tutte queste difficoltà, seppure in minima parte". L'appello rivolto a Monti è di tenere conto di questa condizione, e di fare in modo che il cittadino con disabilità non debba pagare due volte per i sacrifici richiesti a tutto il paese. "L'indennità di accompagnamento - viene detto - non è certo un benefit, ma il mezzo che permette ad un disabile, almeno in parte, la sostenibilità di tanti disagi in questa società".