Il dialogo Euro-Mediteranneo riparte da Roma, sotto la spinta propulsiva dell'Italia: a Villa Madama si e' svolta ieri la riunione del 5+5, il Foro di dialogo che raggruppa, da una parte, Italia, Francia, Spagna, Portogallo e Malta e, dall'altra, Algeria, Tunisia, Marocco, Libia e Mauritania. La riunione e' stata allargata, nella seconda parte della giornata, alla partecipazione di Egitto, Grecia e Turchia nel formato Foromed.
Sicurezza regionale, flussi migratori, energia, tutela dell'ambiente, cooperazione per lo sviluppo, sono i temi che i capi delle diplomazie hanno affrontato, in un approccio "concreto ed operativo", come ha detto il Ministro Giulio Terzi, che ha presieduto insieme al Ministro tunisino Rafik Abdessalem la riunione.
Per agevolare le transizioni in corso nei paesi della Primavera araba, secondo il titolare della Farnesina, "occorre agire in fretta con aiuti concreti e strategie a lungo termine". In questo complesso sistema di interrelazioni, l'Italia intende giocare un ruolo di primo piano: una priorità, quella mediterranea che è un leit-motiv tradizionale della sua politica estera ma che ora ha un impulso anche maggiore.
Il foro di dialogo 5+5 tra paesi della sponda nord e sud del Mediterraneo- ha sottolineato infatti Terzi - ora è divenuto "il dialogo dei 10", a significare una rinnovata unità e comunità di intenti tra i paesi. Dai 10, ha detto Terzi, è venuto "il sostegno alle istituzioni democratiche ed al rilancio economico" dell'area. Il titolare della Farnesina al termine di una "discussione informale" e franca ha sottolineato "l'importanza di accrescere" le politiche di "partenariato" dell'Unione Europea verso la sponda Sud del Mediterraneo, perché si arrivi a un complessivo "riequilibrio".
Terzi ha anche ribadito la necessita' di rafforzare il collegamento tra le due sponde del Mediterraneo anche per venire incontro alle aspettative di crescita economica e democratica che accompagnano le "Primavere arabe". Temi che sono stati al centro dell'intervento del Ministro degli esteri tunisino Rafik Abdessalem. "Servono rapporti più flessibili tra le due sponde", ha affermato il Ministro tunisino.