In un'intervista rilasciata al quotidiano La Stampa il pm Guariniello ha commentato la sentenza del processo Eternit come un momento di grande gioia, "un sogno ad occhi aperti", ma anche "un velo di malinconia" perché ha la sensazione che quella di ieri sia "l'ultima grande udienza" della sua "storia da magistrato". Il magistrato si riferisce ad un provvedimento governativo che obbliga i magistrati a cambiare campo di attività dopo dieci anni. "Specializzarsi - afferma il pm - sembra sia una colpa, e per cosa? Per inseguire il mito d'un magistrato che sa fare tutto". "Io sono ottimista - prosegue -, ma temo che dietro ci sia l'idea che i processi per infortuni o malattie professionali siano di serie B. Ho la sensazione che si ritengano importanti solo i processi di mafia e camorra. Invece i casi Thyssen ed Eternit hanno mostrato che non solo non sono di serie B ma rispondono a una reale sete di giustizia, di fronte a reati che colpiscono la collettività". Con la sentenza Eternit, sottolinea in un'intervista al Messaggero, è stata scritta "una pagina storica di giurisprudenza". "E' bello pensare che abbiamo dato a tanta gente il diritto di sognare, il diritto di avere e pretendere giustizia".