Nel giorno (ieri) della convocazione da parte del Presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano del Consiglio Supremo della Difesa - dal quale è emersa la necessità di avviare la "razionalizzazione del sistema Difesa" fino a rimodulare "alcuni significativi programmi di investimento" - le Acli rilanciano la
mobilitazione che coinvolgerà i territori di tutta Italia per chiedere al Governo di
rinunciare all'acquisto di 131 caccia F-35 e investire i 15 miliardi di euro così risparmiati nella
sicurezza del territorio, nella
difesa dell'ambiente e nella protezione delle
fasce sociali più deboli colpite dalla crisi economica.
E' la campagna "
Taglia le ali alle armi", sostenuta dalle Acli con la
Rete Disarmo, la
Tavola della Pace e
Sbilanciamoci. Le giornate di mobilitazione si protrarranno per tutto il mese di febbraio, con numerose iniziative creative nei territori promosse da associazioni, gruppi e singoli cittadini, per culminare infine nella data del
25 febbraio, scelta come giornata delle "
100 piazze d'Italia contro i caccia F-35?.
«Rinunciare alla produzione e all'acquisto di questi caccia da combattimento è un atto di responsabilità verso la nostra società e le future generazioni» dichiara
Alfredo Cucciniello, responsabile nazionale del Dipartimento Pace e stili di vita delle Acli. «Il nostro Paese vive una grande difficoltà che richiede a tutti immensi sacrifici. Cominciamo allora a sacrificare l'acquisto dei caccia da guerra: 15 miliardi di euro da destinare a priorità più incombenti. Seguiamo l'esempio degli altri partner del programma F35, che stanno ridimensionando il loro impegno».
Da mesi le Acli
chiedono al Governo un generale ripensamento nella politica della Difesa italiana, che passi attraverso la riduzione delle spese militari e un maggior finanziamento della cooperazione internazionale e del servizio civile nazionale. «
La difesa del Paese è la difesa delle fasce sociali più deboli e la messa in sicurezza del nostro territorio».
«La cronaca drammatica di queste ore - insiste Cucciniello - ci ricorda che abbiamo bisogno di proteggere il nostro territorio. Investire sulla prevenzione, curare con continuità il territorio, dotare enti locali, forze dell'ordine, vigili urbani e Protezione civile di quanto serve per affrontare le emergenze: questo per noi significa difendere l'Italia, prima che una pioggia abbondante o una nevicata in febbraio tornino a mettere in ginocchio il settimo Paese più industrializzato al mondo»