"Le città oggi implicano i movimenti di milioni di persone che quotidianamente si recano sui luoghi di lavoro e di studio. Dal 1984 ad oggi si sono moltiplicate le auto in circolazione e le città sono rimaste sostanzialmente ancorate allo stesso modello di sviluppo che si traduce essenzialmente in una continua espansione del cemento e del costruito. Nel contempo, la maggior parte delle amministrazioni locali risulta impreparata ad affrontare le situazioni difficili perché incapace di pensare città diverse e di predisporre interventi di tipo strutturale per rispondere alle emergenze".
Così Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente è intervenuto oggi nelle polemiche in corso sull'emergenza neve e le tante situazioni di disagio subite dai cittadini.

Basta poco infatti, per creare situazioni pericolose o drammatiche. Una pioggia più violenta, una nevicata di pochi centimetri e le nostre città diventano inferni.
"E' necessario prendere atto che le emergenze non sono più situazioni rare, alle quali rispondere con interventi estemporanei e momentanei. Le recenti alluvioni, come la nevicata di questi giorni sono gli effetti più evidenti dei cambiamenti climatici in atto - ha continuato Cogliati Dezza -. Cambiamenti che debbono spingerci ad adeguare oltre ai nostri comportamenti, agli stili di vita anche le nostre città, sempre più vaste e trafficatissime".

Le tragedie avvenute per il maltempo a Messina come a Genova o a Roma, non sono ?casi' ma appunto drammi conseguenti ad eventi climatici tutt'altro che rari ai quali dobbiamo saper rispondere intervenendo, innanzitutto, per frenare i fenomeni che amplificano i disastri, come l'eccessivo consumo di suolo, l'abusivismo edilizio, il traffico veicolare quasi esclusivamente su gomma.
"Non si può delegare la soluzione di questi problemi all'intervento della Protezione civile. La questione è ampia e strutturale - ha concluso Cogliati Dezza -. Dobbiamo cambiare il modello di città e rivedere le politiche in modo da poter controllare effettivamente e concretamente l'evolversi degli eventi, smettendola con gli interventi solo emergenziali, costosissimi e inefficaci sul lungo termine. Bisogna intervenire strutturalmente per permettere ai milioni di pendolari che quotidianamente debbono raggiungere i grandi centri di muoversi utilizzando treni sicuri e veloci, dobbiamo mettere in sicurezza il patrimonio abitativo esistente, recuperare e curare la manutenzione degli spazi pubblici e demolire le costruzioni nelle aree a rischio, ripensando complessivamente l'idea di sviluppo delle nostre città".


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COMUNI
(+250.000 AB)   VEICOLI               AUTOVETTURE
                     1984    2009              1984    2009
TORINO    557.680    699.133        76.158    561.988
MILANO    849.038    952.928       723.669    716.431
VERONA    138.388    209.347        13.726    157.245
VENEZIA    119.171    143.013         94.941    111.276
TRIESTE    127.998    161.310       101.214    108.001
GENOVA    346.658    457.154        274.496    284.789
BOLOGNA  257.693    275.066        211.896    196.919
FIRENZE    272.682    299.327        214.015    202.543
ROMA      1.467.456  2.502.539     1.298.733  1.900.359
NAPOLI    383.652    743.452         336.215    554.350
BARI        141.343    234.201        119.748    181.329
PALERMO   295.950    551.241      259.482    392.841
MESSINA    100.310    192.071       89.667      142.920
CATANIA    162.530    297.341        139.377      208.194
TOTALE    5.220.549  7.718.123    4.453.337  5.719.185

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