L'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) è allarmato per le recenti notizie secondo cui sfollati sarebbero stati torturati e uccisi da elementi armati nei campi per sfollati della provincia di North Kivu, nell'est della Repubblica Democratica del Congo.
Le infiltrazioni di gruppi armati nei campi per sfollati del North Kivu - a partire dagli ultimi mesi del 2011 - violano il carattere civile degli insediamenti. I campi più colpiti dal fenomeno sono quelli di Nyanzale, Mweso e Birambizo, nei territori Masisi, circa 90 chilometri a nord-ovest della capitale provinciale Goma.
Gli sfollati congolesi sono costantemente sotto la minaccia di vari gruppi e milizie che li accusano di collaborare con l'uno o con l'altro gruppo armato. Lo scorso 13 dicembre, 7 sfollati sono stati picchiati fino alla morte per essersi rifiutati di sottoporsi al lavoro forzato che le Forze di liberazione democratica del Ruanda (Democratic Liberation Forces of Rwanda, FDLR) volevano imporre loro. All'UNHCR sono giunte anche notizie di torture su sfollati.
L'incessante violenza ha poi l'effetto di ostacolare l'accesso umanitario ai campi di impedire agli operatori di fornire protezione e assistenza agli sfollati. Gli operatori umanitari sono in grado di accedere senza scorta militare solo in 8 dei 31 campi.
L'UNHCR esorta tutte le parti interessate a rispettare il carattere civile degli insediamenti di sfollati nel North Kivu. E rivolge un appello alle autorità provinciali affinché sia aumentato il livello di sicurezza all'interno e all'esterno dei campi. Attualmente sono soltanto 40 gli agenti di polizia dispiegati per garantire la sicurezza in 6 dei 31 campi della provincia. L'Agenzia sta inoltre collaborando con la missione ONU nel paese - MONUSCO - per accrescere la presenza di forze di sicurezza nelle aree più bisognose di protezione e garantire l'incolumità dei civili che vivono nei campi per sfollati.
Nei 31 insediamenti del North Kivu vivono attualmente quasi 79.000 sfollati congolesi. Molti di loro non hanno alcuna speranza di poter tornare a breve nelle proprie aree d'origine a causa delle perduranti condizioni di insicurezza e dei nuovi combattimenti tra gruppi armati ed esercito nei loro villaggi. Per tutto lo scorso anno non è stato possibile organizzare ritorni.
Nel North Kivu si trovano complessivamente oltre 600.000 sfollati, oltre un terzo degli 1,7 milioni di sfollati presenti in tutta la Repubblica Democratica del Congo.