Il Comitato Collaborazione Medica condanna le violenze e continua il supporto alle strutture sanitarie territoriali offrendo assistenza anche ai feriti. L'appello a contribuire ai servizi di cura primaria.

Almeno 76 persone, la maggior parte dei quali anziani, donne e bambini, sarebbero stati uccisi nei giorni scorsi nello Warrap State in Sud Sudan, secondo il Portavoce di Stato Madot Dut Deng, ma potrebbero essere molti di più. Molti altri avrebbero subito lesioni multiple. Centinaia di capi di bestiame sarebbero stati rubati. La causa degli attacchi contro i villaggi appartenenti al gruppo etnico Luac Jang rimane sconosciuta, anche se le autorità dello Warrap dichiarano che "l'attacco è stato condotto da un gruppo armato del vicino stato di Unity", che si trova nella zona di confine tra Sud Sudan e Sudan. Il Governo dello Stato del Warrap critica le autorità federali per aver concentrato negli anni scorsi i propri programmi di disarmo solo in alcuni territori, escludendone altri (come lo Stato di Unity). Deng sottolinea come "il nostro popolo sia stato disarmato ed è vulnerabile agli attacchi delle comunità vicine che sono rimaste con le loro armi" ed esorta il governo della Repubblica del Sud Sudan a "migliorare le strade statali all'interno dello Warrap State", in modo che non solo le forze di polizia, ma anche "tutti i servizi possano raggiungere le persone al livello di base".

In questa difficile fase di sviluppo della nuova Repubblica federale del Sud Sudan, Il Comitato Collaborazione Medica (CCM) condanna le violenze e continua il proprio sostegno ai servizi sanitari nello Warrap State, in particolare nelle contee di Tonj North, East e South, lavorando insieme con le istituzioni per migliorare i servizi di salute di base offerti nei centri di salute sul territorio. Inoltre, nella contea di Twic, il CCM fornisce attivo sostegno all'ospedale di Turalei, attrezzato per la gestione anche di emergenze chirurgiche. Attraverso queste strutture di riferimento per le aree più remote e visite ambulatoriali nei villaggi, il CCM mira ad assistere le persone più povere e le comunità più vulnerabili, incluse le vittime di violenze interetniche o attacchi da parte di gruppi ribelli armati, purtroppo ancora frequenti nonostante la proclamazione dell'indipendenza del Sud Sudan, avvenuta il 9 luglio scorso.

"Nell'intera Tonj East l'unico servizio di emergenza tramite ambulanza è fornito dal CCM - afferma Alessia Montanari, rappresentante del CCM in Sud Sudan - . Nei giorni scorsi, in seguito agli scontri armati, 8 pazienti gravi sono stati riferiti all'unico ospedale della zona, nel villaggio di Marial Lou, mentre altri 12 feriti sono stati accolti in 3 dei centri sanitari che sosteniamo nella zona. Grazie alla buona collaborazione con le istituzioni locali e con altre ONG e agenzie ONU nell'area, la risposta immediata è stata considerata dal governo del Warrap efficiente".

Giuseppe Meo, chirurgo e consigliere CCM, conferma: "La nostra ong opera soprattutto a sostegno delle persone più vulnerabili come donne e bambini, oggetto delle recenti violenze, che condanniamo fermamente, comprese quelle avvenute a gennaio a Pibor, nel Jonglei State. Con la nostra presenza testimoniamo che anche in condizioni difficili si possono assicurare servizi essenziali per la salute della popolazione e invitiamo tutti a sostenere il nostro lavoro".

Per informazioni sulle attività del CCM in Sud Sudan: sito CCM, pagina In Africa > Sud Sudan. Per donazioni: ccp n° 13404108, cc bancario Iban IT 82 O 0335901600100000001735, causale "Sud Sudan".

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Ufficio stampa CCM, Filippo Ciardi

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