Il dibattito che si sta sviluppando sulla cittadinanza dimostra che bene abbiamo fatto a spostare, con la Campagna l'Italia sono anch'io, il dibattito pubblico sull'immigrazione dal terreno dell'emergenza a quello dei diritti. Si parla finalmente delle milioni di persone di origine straniera che vivono nel nostro Paese e del loro rapporto con lo Stato in tutte le sue articolazioni. La raccolta delle firme ci ha permesso di avere una relazione diretta con 'l'opinione pubblica', non mediata da politica e stampa. In tanti, firmando, hanno optato per un modello di società aperta e tra pari, per un'idea di cittadinanza che non si costruisce per esclusione. Tuttavia, anche tra coloro che si sono dichiarati favorevoli alla riforma della cittadinanza, c'è chi ha mostrato una certa propensione ad una idea di diritti 'in prova'. Più precisamente, l'idea che la cittadinanza per i nati in Italia di origine straniera debba essere ottenuta attraverso la dimostrazione di una 'volontà di integrazione' delle famiglie e addirittura degli stessi minori, che necessita di un percorso complesso. In generale tutta la materia dell'immigrazione, quando si parla di diritti, è affrontata da alcuni con un approccio 'premiale': se vuoi diventare italiano devi superare delle prove. Questa logica, che sta alla base del contratto di soggiorno, è anche quella che induce a pensare che la cittadinanza sia lo spazio dentro il quale misurare la 'integrabilità' di una persona o di una famiglia nella società. A chi ritiene che lo ius soli vada 'temperato', ricordiamo che l'articolo 3 della Costituzione sancisce il principio di uguaglianza e impegna lo Stato a rimuovere gli ostacoli che ne impediscono il pieno raggiungimento. Il contrario di chi sostiene la 'integrabilità' come condizione per la sua piena applicazione. Nella nostra proposta di legge di riforma della cittadinanza sosteniamo che la regolarità del soggiorno di uno dei genitori da un anno è condizione sufficiente per richiedere la cittadinanza per i nati in Italia. La regolarità del soggiorno di un anno, data l'attuale legislazione, presuppone la presenza stabile e un'occupazione.

Introdurre altre condizioni provocherebbe solo disuguaglianze. È giusto, per esempio, prevedere che il minore che compie un ciclo di studi possa chiedere la cittadinanza, ma non come condizione aggiuntiva alla nascita. Pensiamo a un minore che si trasferisce in Italia da piccolo: nonostante frequenti la scuola, anche per l'intero ciclo scolastico, oggi è assimilato a un qualsiasi altro straniero che chiede di naturalizzarsi e a 18 anni dovrà dimostrare di avere i requisiti per ottenere il titolo di soggiorno se vuole evitare l'espulsione. Sarebbe utile confrontarsi anche su due altri aspetti importanti, finora poco toccati. La competenza sulla procedura relativa alla cittadinanza secondo noi dovrebbe passare ai Comuni, cioè all'amministrazione più vicina al cittadino. La procedura, inoltre, dovrebbe essere sottratta a ogni discrezionalità e definita con precisione per legge. Decine di migliaia di domande di naturalizzazione giacciono invece da anni al Ministero dell'Interno, senza che venga fornita agli interessati nessuna certezza sui tempi e gli esiti.

In altre parole, sarebbe opportuno che nel dibattito sulla possibile riforma della cittadinanza si partisse dai problemi che oggi incontrano le persone che vogliono accedervi, in un Paese che cambia e che rischia di essere in gran parte popolato da persone che rimangono straniere per sempre. 

Papa Waigo, testimonial nazionale della campagna " l'Italia sono anch'io", è stato ospite del circolo Arci Babazuf di Castel di Lama (AP) in occasione della raccolta firme organizzata dall'Arci e dal coordinamento provinciale di Libera di Don Luigi Ciotti.

Guarda il servizio del Tg3 Regionale sull'iniziativa al link

http://www.youtube.com/watch?v=Jq9uOivFYkE

Partner della formazione

ConfiniOnline fa rete! Attraverso la collaborazione con numerosi enti profit e non profit siamo in grado di rivolgere servizi di qualità a costi sostenibili, garantendo ampia visibilità a chi supporta le nostre attività. Vuoi entrare anche tu a far parte del gruppo?

Richiedi informazioni