Negli ultimi 10 mesi, contrassegnati dalla rivolta popolare contro il governo di Bashir al-Assad, ben 384 tra bambini e ragazzi hanno perso la vita in modo violento in Siria.
A denunciarlo è Rima Salah, vicedirettore dell'UNICEF, nel corso della presentazione del rapporto "Humanitarion Action for Children 2012" interamente dedicato all'intervento del Fondo delle Nazioni Unite per l'Infanzia nelle emergenze.
«Nella maggior parte dei casi le vittime sono maschi. Altri 380 ragazzi sono stati sottoposti ad arresto, alcuni di età inferiore a 14 anni» ha aggiunto Rima Salah.
Il conteggio delle uccisioni non accenna a diminuire, purtroppo. Soltanto a inizio dicembre i minori uccisi erano 307, secondo quanto riportava l'Alto Commissario ONU per i diritti umani, Navi Pillay. Nelle settimane successive, il ritmo delle uccisioni tra i minori è stato di oltre due vittime al giorno.
«Da metà marzo 2011, i casi riportati di bambini feriti, detenuti, sfollati e, in alcuni casi uccisi, sono in aumento» riferisce Salah. «Per noi dell'UNICEF non è possibile verificare i casi segnalati e gli eventi, ma siamo particolarmente turbati dalle recenti immagini di bambini che sono stati arbitrariamente arrestati e hanno subito torture e maltrattamenti durante la loro detenzione, arrivando in alcuni casi alla morte».
L'UNICEF richiama anche l'attenzione sull'uso di munizioni contro i manifestanti, che ha provocato la morte di almeno 30 minori.
A fine novembre l'ONU aveva reso pubblico uno scioccante rapporto sulle violenze commesse dai militari siriani anche su bambini in tenera età, definite come veri e propri "crimini contro l'umanità".
Il 19 dicembre l'Assemblea Generale dell'ONU ha adottato la Risoluzione 133/2011, che chiede con forza al regime di Damasco di cooperare con la Commissione internazionale indipendente di inchiesta sulla Siria e di cessare le continue violazioni dei diritti umani nel Paese.
Sono oltre 5.000 le vittime civili della repressione in corso.