Si dice allarmato l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) per il raid aereo lanciato ieri sul Sud Sudan: un attacco su rifugiati vulnerabili già in fuga dalla violenza nello stato sudanese di Blue Nile, lo definisce l'Agenzia ONU. Almeno un ragazzo rifugiato sudanese ferito e altri 14 dispersi, il bilancio dell'operazione militare.
Sono passate da poco le 10 di mattina ora locale, quando a Elfoj - nello stato sud-sudanese di Upper Nile - in due diverse incursioni vengono sganciate diverse bombe sul centro di transito per rifugiati, che si trova a meno di 10 chilometri dal confine con il Sudan.
Al momento del raid erano circa 5.000 i rifugiati presenti nel sito, da dove giornalmente avvengono i trasferimenti verso i nuovi insediamenti. Quando sono state lanciate le prime bombe, le squadre di operatori di UNHCR e OIM - l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni - erano impegnate nel supervisionare le operazioni di rilocazione in corso con 14 camion. I rifugiati sono saltati fuori dai veicoli e sono fuggiti sparpagliandosi. Anche gli operatori delle agenzie hanno cercato di mettersi al sicuro.
Pronta poi la mobilitazione dei rifugiati da parte degli operatori non appena i bombardamenti sono cessati: il convoglio è partito - con 1.140 persone a bordo - verso una località sicura a circa 70 chilometri dal confine. È salito così a 11.477 il numero di rifugiati trasferiti da Elfoj dall'inizio delle operazioni di trasferimento, lo scorso 6 gennaio. Altri 4.000 rifugiati si sono trasferiti da Elfoj contando su mezzi propri.
Ma non si tratta dei primi attacchi sui rifugiati sudanesi nelle aree di frontiera. Già lo scorso novembre era stato bombardato per diversi giorni New Gufa, il posto di entrata per i rifugiati nella contea di Maban, nello stato di Upper Nile. Altre incursioni aeree si sono verificate sull'insediamento di rifugiati di Yida, nello stato di Unity, nei pressi della frontiera con lo stato sudanese di Kordofan Meridionale.
Sono oltre 20.000 in totale i rifugiati che dalle zone di confine si sono trasferiti - autonomamente o con l'assistenza della comunità internazionale - verso i nuovi insediamenti negli stati di Upper Nile e Unity. La scorsa settimana l'UNHCR, in collaborazione con le agenzie partner, ha avviato le operazioni rilocazione dei rifugiati sudanesi da Yida.
Complessivamente oltre 78.000 rifugiati dallo scorso agosto sono fuggiti dagli stati sudanesi di Kordofan Meridionale e Blue Nile. Gli stati sud-sudanesi di Upper Nile (oltre 54.000) e Unity (24.000) le loro destinazioni.