Si è tenuta ieri a Genova la conferenza "Volontari cittadini europei" dedicata alla conclusione dell'Anno Europeo del Volontariato. L'iniziativa è stata organizzata dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali in collaborazione con Osservatorio Nazionale per il Volontariato il Comune di Genova, CSVnet - Coordinamento Nazionale dei Centri di Servizio per il Volontariato e Celivo, il CSV della provincia di Genova.
Al centro del dibattito, il bisogno di proseguire il percorso tracciato dall'Anno Europeo individuando nuove opportunità per esprimere il contributo originale che il volontariato italiano può dare alle politiche sociali europee.
I lavori sono stati aperti da Danilo Giovanni Festa, Direttore Generale Terzo Settore e formazioni Sociali, Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali, che ha ricordato il lavoro straordinario svolto nel corso di tutto il 2011 insieme alle reti del volontariato nazionale. "Gli eventi pubblici, le manifestazioni, i momenti di scambio con le altre realtà internazionali di volontariato, hanno fatto emergere temi accolti dall'Unione Europea come contributi specifici della realtà italiana".
Gli interventi accademici di Ugo Ascoli - Università Politecnica delle Marche, Marco Musella - Università Federico II di Napoli e Piervirgilio Dastoli - Presidente CIME (Consiglio Italiano del Movimento Europeo) hanno illustrato le condizioni necessarie a favorire il dialogo e la collaborazione tra mondo del volontariato, terzo settore ed Istituzioni, a partire dall' attuale situazione economica e in un'ottica sempre più europea.
Di fronte a politiche internazionali attente soprattutto ad individuare misure finanziare in grado di rispondere alla crisi, Il volontariato dovrebbe adoperarsi per valorizzare la gratuità del proprio contributo, senza sostituirsi alla responsabilità delle pubbliche istituzioni. In questo senso ben vengano strumenti innovativi, come gli indicatori di valutazione sulla misurazione economica, da utilizzare per comunicare e rappresentare al meglio contributo del volontariato al benessere e al welfare.
"Non possiamo considerare l'Anno Europeo definitivamente concluso; il lavoro svolto sulla promozione della cittadinanza attiva e sui valori della solidarietà è stato molto proficuo ma siamo ancora lontani dal creare relazioni stabili e scambi favorevoli fra le varie esperienze europee di volontariato" ha commentato Renzo Razzano, intervenuto in qualità di componente del gruppo di lavoro dedicato all'Anno Europeo insediato all'interno dell'Osservatorio Nazionale per il Volontariato.
Fausto Casini, Coordinatore Consulta del Volontariato presso il Forum Terzo Settore ha focalizzato l'attenzione "sul lavoro quotidiano di tutela dei beni comuni svolto dal volontariato su tutti i territori. Non è più possibile concepire e dare visibilità alle associazioni solo nel momento dell'emergenza. Bisogna investire sul volontariato, creare opportunità di crescita nel terzo settore, promuovere l'impegno volontariato dei giovani anche come esperienza da spendere nel mondo del lavoro".
Sull'infrastrutturazione del volontariato Stefano Tabò, presidente di CSVnet, ha richiamato il valore storico della legge 266 come "l'intuizione di sostenere lo sviluppo e la promozione del volontariato nel suo insieme; un'impostazione lungimirante che l'Europa ha saputo cogliere. A vent'anni dalla sua istituzione, ovviamente la legge necessita di un aggiornamento capace di renderla al passo con i tempi; in particolare occorre valorizzare i Centri di Servizio, non solo come erogatori di servizi ma come una rete unica nel suo genere in grado di diventare, grazie ad una sinergia maggiore con volontariato, terzo settore, fondazioni e istituzioni, un modus operandi esportabile oltre i confini nazionali".
I lavori sono stati conclusi dal Sottosegretario di Stato, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Maria Cecilia Guerra.
"Non possiamo nascondere le difficoltà in cui ci troviamo" - ha dichiarato il Sottosegretario. "In questo momento l'attenzione è concentrata sulla dimensione economica del nostro Paese ed in quest'ottica le politiche sociali risentono di eventuali contrazioni in termini di risorse e strutture. Nonostante questo lo Stato non può esimersi dal garantire e presidiare i diritti di cittadinanza, (salute istruzione, assistenza, abitazione). Rispetto a questo il volontariato può essere protagonista di un rapporto sinergico - non sostitutivo- con le Istituzioni dando il proprio contributo alla costruzione di reti e alla diffusione dei valori della cittadinanza attiva."
Per tener fede a questo modello il Sottosegretario ha chiesto alle associazioni di "fare fronte comune e di essere interlocutori del Ministero, in vista della prossima VI Conferenza Nazionale del Volontariato, per avviare risposte concrete in merito ai bisogni e alle problematiche rilevate dalle associazioni.
E' necessario inoltre ripensare ai canali di investimento per il non profit. Alcuni supporti, come il 5 per mille sono instabili, frammentari e inefficaci poiché privilegiano le associazioni con più visibilità e capaci di svolgere attività di raccolta fondi. In ogni caso non mancheranno - ha rassicurato - misure di sostegno e supporto al mondo del volontariato, condivise con il Ministro; in particolare stiamo valutando un potenziamento della Direzione Generale presso il Ministero perché sia in grado di assumere un ruolo di interlocuzione e di assistenza con le associazioni in modo continuativo".