Alcool: 5 ragazzi su 10 tra gli 11 e i 13 anni e 8 ragazzi su 10 tra i 14 e i 18 anni hanno bevuto alcolici almeno una volta nella loro vita.Fumo: 5 ragazzi su 10 tra 14 e 18 anni sono fumatori abituali. Videogiochi: 4 ragazzi su 10 alle medie e 5 ragazzi su 10 alle superiori dichiarano di aver giocato a videogiochi non adatti ai minori. Giochi con vincita in denaro: 2 ragazzi su 10 alle medie e 3 ragazzi su 10 alle superiori giocano a giochi vietati. Internet apre le porte della pornografia ai minori.

È stata presentata questa mattina al Senato l'Indagine su oltre 2000 minori "Vietato Non Vietato", promossa dal Moige - movimento genitori e realizzata dal Centro Interuniversitario per la Ricerca sulla Genesi e sullo sviluppo delle Motivazioni Prosociali e Antisociali dell'Università "Sapienza" di Roma, con l'obiettivo di indagare e capire, in modo rigoroso e scientifico, le proporzioni del fenomeno dei comportamenti "a rischio" tra i minori adolescenti. Alla presentazione della ricerca, pubblicata in un volume edito da Edizioni Magi, sono intervenuti Renato Schifani, Presidente del Senato della Repubblica, Maria Rita Munizzi, Presidente del Moige - movimento genitori, Simona Vicari, Segretario della Presidenza del Senato ed esponente del Pdl, Anna Rita Fioroni, membro della 10° Commissione Permanente ed esponente del Pd, Claudio Barbaranelli, Professore ordinario di Psicometria presso il Dipartimento di Psicologia, Facoltà di Medicina e Psicologia, Università Sapienza di Roma, autore della ricerca insieme a Roberta Fida e Valerio Ghezzi.

Cinque le aree indagate nei mesi scorsi su un campione di 2075 studenti di età compresa tra gli 11 e i 18 anni: alcool, fumo, videogiochi non adatti ai minori, giochi con vincita in denaro e pornografia.

Bere e acquistare bevande alcoliche sono comportamenti molto diffusi tra i minori, soprattutto il primo. La percentuale di rispondenti che dichiara di non aver mai bevuto alcolici è alta nelle medie ma tende decisamente a decrescere fino ad arrivare al 7% per chi ha un'età compresa tra i 16 e 18 anni. 5 ragazzi su 10 (53%) tra gli 11 e i 13 anni e 8 ragazzi su 10 (78%) tra i 14 e i 18 anni dichiarano di aver bevuto alcolici almeno una volta nella loro vita. L'età media della "prima bevuta" è 11 anni per i rispondenti delle medie, 13 e 14 anni rispettivamente per i ragazzi delle superiori che hanno meno di 16 anni e per quelli che hanno trai 16 e i 18 anni. Considerando la frequenza con cui si è bevuto eccessivamente nell'ultimo anno, sono soprattutto i ragazzi più grandi delle superiori a bere di più. Per quanto riguarda il bere alcolici, gli studenti delle scuole medie che si definiscono bevitori abituali sono circa l'1%, ma 3 studenti su 100 delle medie riferiscono di aver bevuto alcolici almeno 2-3 volte alla settimana negli ultimi 2 mesi prima della ricerca. Queste percentuali risultano ben più elevate nelle superiori, in quella fascia di età (14-16 anni) in cui bere e acquistare bevande alcoliche è ancora proibito, dove arriviamo al 3,5% di giovani che si definiscono bevitori abituali e all'8% circa di giovani che riferiscono di aver bevuto alcolici almeno 2-3 volte la settimana negli ultimi 2 mesi. Le percentuali di chi beve salgono ulteriormente se si considerano i ragazzi delle scuole superiori che hanno almeno 16 anni e che quindi "legalmente" sono autorizzati a bere alcolici: oltre il 7% di essi si definisce bevitore abituale, oltre il 16% beve alcolici almeno 2-3 la settimana e il 4,5% ha bevuto in modo esagerato (più di 6 bicchieri la volta) almeno 2-3 volte la settimana negli ultimi 2 mesi. Chi acquista bevande alcoliche lo fa soprattutto al bar (4% dei rispondenti tra 11 e 13 anni, 44% dei rispondenti tra 14 e 18 anni) o al supermercato (6% dei rispondenti tra 11 e 13 anni, 52% dei rispondenti tra 14 e 18 anni) mentre l'acquisto in locali è molto diffuso soprattutto tra i ragazzi maggiori di 16 anni (36%). Generalmente il personale addetto alla vendita non ha verificato l'età della persona che acquistava (il 10% dei ragazzi delle scuole medie e il 70% dei ragazzi delle scuole superiori hanno dichiarato che il personale non ha mai chiesto il documento d'identità).

Fumare e acquistare sigarette sono comportamenti abbastanza frequenti: quasi 3 ragazzi su 10 nelle scuole medie e 6 su 10 nelle scuole superiori hanno fumato almeno una volta. Se si considera il comportamento dell'ultimo mese precedente alla ricerca, fumare sigarette è un abitudine che riguarda una percentuale piuttosto bassa di ragazzi delle scuole medie (circa il 7% del totale dei ragazzi delle medie), ma che aumenta nelle scuole superiori: 5 ragazzi su 10 nella fascia d'età 14-18 anni (56%), di cui il 22% circa dei minori di 16 anni e il 34% circa dei ragazzi tra i 16 e i 18 anni. Allarmanti i dati sui fumatori abituali: poco presenti nelle scuole medie (dove il 2% si definisce in questo modo e poco più dell'1% dice di fumare almeno un pacchetto di sigarette al giorno), raggiungono percentuali ben più elevate nelle superiori: 3 ragazzi su 10 nella fascia di età 14-18 anni si definiscono fumatori abituali (29%) e 2 ragazzi su 10 (18%) dicono di fumare almeno un pacchetto di sigarette al giorno.
Per ciò che concerne l'acquisto, la percentuale di rispondenti che dichiara di aver acquistato sigarette nell'ultimo anno aumenta con l'aumentare dell'età passando dal 10% tra gli studenti delle medie al 40% tra gli studenti delle superiori. Chi acquista sigarette lo fa soprattutto in tabaccheria (7% dei rispondenti tra 11 e 13 anni, 57% dei rispondenti tra 14 e 18 anni). Spesso nei punti vendita non vengono trovate indicazioni relative alla vendita di tabacchi ai minori e altrettanto spesso il personale di vendita non verifica l'età di chi acquista (il 7% dei ragazzi delle scuole medie e il 47% dei ragazzi delle scuole superiori hanno dichiarato che il personale non ha mai chiesto il documento d'identità).

Molti adolescenti hanno giocato almeno una volta nel corso degli ultimi 12 mesi ad almeno un gioco con vincita in denaro. La maggior parte, tuttavia, lo ha fatto per 1-2 volte, giocando a uno o al massimo due giochi diversi. La situazione più tipica è quella di chi in un anno solare gioca una o due volte a quei giochi che fino al 31 Dicembre del 2010 non erano vietati. Mentre ai giochi "non vietati" fino a tale data ha, infatti, giocato il 65% dei ragazzi delle medie e il 69% dei ragazzi delle superiori, ai giochi che anche prima del 31/12/2010 erano sottoposti a divieto ai minori ha giocato una percentuale più bassa, il 26% alle medie e il 34% alle superiori. Se una percentuale considerevole di adolescenti ha giocato a giochi con vincita in denaro, la percentuale di adolescenti che negli ultimi 12 mesi ha giocato eccessivamente, cioè almeno 2/3 volte al mese, a qualsiasi gioco con vincita in denaro è inferiore all'1%, sia quando si considerano i ragazzi delle scuole medie, sia per quelli delle scuole superiori. Spesso nei punti vendita non vengono trovate indicazioni relative ai divieti sul gioco e raramente il personale di vendita verifica l'età di chi gioca (il 16% dei ragazzi delle scuole medie e il 19% dei ragazzi delle scuola superiori hanno dichiarato che il personale dei punti giochi non ha mai chiesto il documento d'identità).

La visone e l'acquisto di materiale pornografico rappresentano comportamenti moderatamente diffusi tra i minori. I risultati della ricerca riguardo alla pornografia evidenziano che, mentre da un lato la percentuale di chi acquista spesso materiale pornografico è decisamente bassa (2,7% nelle medie e 1,6% nelle superiori), la visione frequente di tale materiale è più alta (7,9% nelle medie e 14,7% nelle superiori). Il 2% dei rispondenti delle scuole medie e il 4% dei rispondenti delle scuole superiori dichiara di aver acquistato materiale pornografico su internet, mentre il 4% dei rispondenti delle scuole medie e il 3% dei rispondenti delle scuole superiori lo ha fatto in edicola. La disponibilità sul web di materiale a contenuto pornografico ha annullato le barriere che potevano ostacolare l'accesso dei minori a tale materiale: con l'avvento di internet non c'è più necessità di acquistare nulla, perché tutto può essere scaricato o essere visto in streaming sul web dal computer o dallo smartphone. Raramente il personale di vendita verifica l'età di chi acquista (il 7% dei ragazzi delle scuole medie e il 6% dei ragazzi delle scuola superiori hanno dichiarato che il personale non ha mai chiesto il documento d'identità).

Acquistare e giocare a videogames non adatti ai minori (classificazione Pegi 18+) sono comportamenti piuttosto diffusi tra i minori, il secondo più del primo. Sui videogiochi la legislazione italiana è inesistente non essendoci norme: le indicazioni fornite dal codice PEGI sono solo raccomandazioni. 4 studenti su 10 alle medie e 5 studenti su 10 alle superiori dichiarano di aver giocato a videogiochi non adatti ai minori. Per il 16% dei rispondenti nelle medie e il 20% nelle superiori giocare a giochi non adatti ai minori (classificazione Pegi 18+) è decisamente un'abitudine. Nello studio la percentuale di ragazzi che dichiarano sia di aver acquistato sia di aver giocato a videogiochi non adatti ai minori molte volte o spesso negli ultimi 12 mesi è oltre il 16% (giocato) e l'11% (acquistato) nelle medie, mentre è oltre il 19% (giocato) e oltre il 9% (acquistato) nelle superiori. È molto alta la percentuale di ragazzi che ritengono che non vi sia alcuna raccomandazione sull'acquisto di videogame: il 71% nelle medie e il 74% nelle superiori. Raramente il personale di vendita verifica l'età di chi acquista (il 30% dei ragazzi delle scuole medie e il 24% dei ragazzi delle scuole superiori hanno dichiarato che il personale non ha mai chiesto il documento d'identità).

"Il persistere e dilagare di tali comportamenti pone la necessità di azioni concrete, che mirino innanzitutto a sensibilizzare la società civile, i fornitori, le istituzioni. Auspichiamo vivamente per il bene dei nostri figli un adeguamento della normativa su alcool e fumo con l'innalzamento del divieto all'acceso per i minori ai 18 anni, come pure auspichiamo una regolamentazione normativa del settore dei videogiochi inadatti ai minori. Non bisogna poi dimenticare la necessità di migliorare il sistema dei controlli nei punti vendita di tutti questi prodotti. Noi genitori, chiediamo di non essere lasciati soli nella complessa sfida educativa: solo con gli sforzi di tutti possiamo impedire l'accesso a questi prodotti dannosi per la salute e il benessere dei nostri figli" ha dichiarato Maria Rita Munizzi nel presentare questo studio, presidente nazionale Moige - movimento genitori.

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