Due operatori umanitari di Medici Senza Frontiere (MSF), Phillipe Havet e Andrias Karel Keiluhuo, sono stati uccisi a fine dicembre da un uomo armato mentre lavoravano nei progetti di assistenza d'emergenza a Mogadiscio. Tre mesi fa, due operatrici umanitarie, Montserrat Serra e Blanca Thiebaut, sono state rapite nel campo rifugiati di Dadaab, nel nord del Kenya, mentre assistevano la popolazione somala.
Questi attacchi a operatori umanitari devono essere condannati nel modo più fermo: mettono infatti a rischio i progetti medici salvavita che sono già largamente insufficienti per rispondere ai bisogni medici della popolazione somala.
MSF si sta confrontando col difficile dilemma di lavorare in un contesto come la Somalia dove non solo i bisogni sono enormi, ma dove anche i rischi sono eccezionalmente alti per la sicurezza e la salvaguardia del personale. Per questo motivo MSF chiede a tutta la popolazione, in particolare alle autorità che controllano le zone della Somalia dove sono state condotte le operatrici umanitarie, di adoperarsi per facilitare il rilascio di Montserrat Serra e Blanca Thiebaut.
MSF lavora in Somalia dal 1991, assistendo la popolazione somala vittima dei combattimenti in tutti i fronti coinvolti. Negli scorsi 6 mesi, MSF ha curato 225.000 pazienti in Somalia, vaccinato 110.000 bambini e trattato 30.000 bambini malnutriti in 14 progetti. Inoltre, MSF fornisce assistenza ai rifugiati somali in nove progetti tra Kenya e Etiopia, dove è sempre più difficile trovare l'equilibrio tra gli enormi bisogni medici della popolazione e i rischi che le équipe di MSF devono affrontare.
Il risultato è che la popolazione somala - estremamente vulnerabile dopo 20 anni di guerra civile, interventi internazionali e il collasso delle istituzioni - riceve meno assistenza di quanto avrebbe bisogno.
"Per proseguire efficacemente il nostro intervento umanitario in Somalia per supportare la popolazione colpita dal conflitto, MSF ha bisogno del sostegno di tutte le parti coinvolte, delle leadership così come della popolazione per portare avanti questo lavoro e assicurare la salvaguardia degli operatori umanitari", dichiara Unni Karunakara, Presidente internazionale di MSF. "Per i nostri colleghi Philippe e Kace, ciò ha fallito tragicamente. Per le colleghe rapite, Bianca e Mone, la leadership e la popolazione somala hanno la responsabilità di facilitare un sicuro e rapido rilascio".