A qualche mese dal suo insediamento il Ministro della Giustizia Paola Severino si trova alle prese con una delle eredità più bollenti che il Governo Berlusconi ha lasciato a quello Monti: la drammatica situazione carceraria. Nelle prime settimane il nuovo Ministro ha lanciato un segnale che poteva apparire piccolo: l'idea del Guardasigilli di confezionare una Carta dei diritti e dei doveri per chi ?abita' nelle carceri italiane, non importa con quale ruolo, poteva essere un evento dalle potenzialità dirompenti. Una rivoluzione silenziosa annunciata dal Ministro durante le audizioni alla Camera e al Senato, che si sarebbe iscritta in una visione riformatrice di tutto il sistema con un connotato fortemente garantista. È probabile che l'ispirazione sia venuta a Paola Severino, una lunga e scintillante carriera di penalista, dalla conoscenza diretta di una realtà complessa e cangiante, sempre dolorosa. Poi il ritorno alla vecchia idea del braccialetto elettronico, accarezzata anche dal suo predecessore, insieme con una dose non trascurabile di attenzione all'edilizia penitenziaria, motore salvifico e sempreverde di una certa ripresa. Nel mentre, fuori dai palazzi della politica, tutto il mondo che da sempre invoca una maggiore attenzione per le misure alternative che sanino nel tempo la condizione di sovrappopolamento, grida in coro che, nella situazione data, il provvedimento che maggiormente influirebbe sulla qualità della vita dei detenuti sarebbe quello dell'amnistia.
A pochi giorni dall'entrata in vigore del decreto legge voluto dal Ministro Paola Severino per fronteggiare il sovraffollamento galoppante, l'unico dato certo che abbiamo sulle scarcerazioni riguarda gli effetti della legge Alfano dell'anno precedente che prevedeva la possibilità di concedere la detenzione domiciliare a chi avesse ancora un anno di pena da scontare, purché non si fosse macchiato di crimini ritenuti di particolare gravità.
Al 31 dicembre del 2011 ne hanno usufruito 4.304 detenuti, le previsioni erano ben più ottimistiche e parlavano di oltre 8mila persone quali possibili beneficiari.
Serve una decisione urgente e immediata: le carceri stanno scoppiando, dal Presidente della Repubblica al Papa è un susseguirsi interminabile di appelli perchè si garantiscano condizioni umane a chi è detenuto. Negli scorsi mesi un cartello di organizzazioni composto da A buon diritto, Acli, Antigone, Arci, Associazione nazionale Giuristi Democratici, Beati i Costruttori di Pace, Cgil, Cgil-Fp, Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia (CNVG), Coordinamento Garanti Territoriali Detenuti, Forum droghe, Forum per il diritto alla salute in carcere, Jesuit Social Network Onlus, Ristretti Orizzonti, Unione Camere Penali Italiane, Vic-Volontari in carcere ha richiesto al Ministro un incontro, che si terrà oggi, giovedì 12 gennaio: sarà l'occasione per la società civile impegnata negli istituti di pena di consegnare al Ministro delle proposte concrete.