Più di 1,2 milioni di bambini sono tornati a scuola in Libia, 10 mesi dopo l'evacuazione dalle classi a causa dei combattimenti durante la rivolta popolare. Il conflitto ha comportato la chiusura delle scuole, danneggiate e utilizzate per fini militari e umanitari. Molti bambini hanno subito ferite profonde, dalle violenze alla perdita dei propri cari.
«È stata un'operazione massiccia e una grande conquista per il popolo libico» - ha dichiarato Maria Calivis, Direttore regionale dell'UNICEF per il Medio Oriente e Nord Africa. «In un momento di grande speranza e di sconvolgimento, nessun settore ha più potenziale dell'istruzione per migliorare la società e riportare i bambini alla normalità».
Con il sostegno dell'UNICEF e di altri partner, il governo ha lavorato giorno e notte per ripristinare le infrastrutture e pulire le scuole da macerie, mine e ordigni inesplosi.
27 milioni di libri di testo sono in corso di stampa, di questi 10 milioni sono già stati distribuiti dal Ministero della Pubblica Istruzione in tutto il paese. I bambini in grave difficoltà e le loro famiglie stanno ricevendo supporto psico-sociale. Inoltre, si sta lavorando per rintracciare i bambini sfollati ed assicurare che vengano iscritti.
Sono ancora molte le sfide, però, tra cui la difficile situazione degli sfollati, la carenza di banchi e di libri per bambini e il problema dei trasporti da e per le scuole.
Con il sostegno dell'Unione Europea e di altri donatori, l'UNICEF appoggerà le autorità libiche nel portare avanti riforme di ampio raggio. La Libia ha buoni livelli negli indicatori riguardanti l'istruzione, anche se sono richiesti una migliore qualità e un insegnamento più pertinente per fare in modo che il sistema sia in grado di rispondere ai problemi delle minoranze, a quelli dei bambini con disabilità e alle disparità di genere.
L'UNICEF sostiene una ricerca sulla scuola a livello nazionale, che sarà lanciata questo mese per raccogliere dati al fine di pianificare le necessità delle scuole in termini di attrezzature, forniture, materiali didattici, insegnanti e numero di iscrizioni.
«L'investimento sui bambini e su un'istruzione inclusiva sono un primo passo verso la costruzione di una società tollerante e produttiva», ha dichiarato Maria Calivis.