L'ANMIL interviene nuovamente a sostegno dei Magistrati del pool sulla sicurezza sul lavoro di Torino che collaborano con il Procuratore Aggiunto Dott. Raffaele Guariniello. Sui media è rimbalzato il loro allarme: il legislatore anziché dare concreta risposta alle istanze di Giustizia che provengono dal mondo del lavoro sta dando attuazione a provvedimenti di segno diametralmente opposto, e cioè all'articolo 19 del D.Lgs. 160/2006 e successive modifiche, che impone la rotazione decennale ai Magistrati che esercitano funzioni giudicanti e requirenti di primo e secondo grado.
In pratica, con l'applicazione di questa normativa dovrebbero essere trasferiti ben 13 Magistrati specializzati in materia di lavoro, e gli stessi dovrebbero essere sostituiti da colleghi, provenienti da altri incarichi, che non hanno mai avuto esperienza specifica nel settore di indagine del pool. Smembrare il gruppo di lavoro significa nei fatti indebolire l'azione di indagine, e colpire l'organizzazione del lavoro che ha permesso di celebrare processi in tempi celeri, indagini accurate, e in definitiva di assicurare Giustizia alle vittime di omicidi plurimi sul lavoro (processi Thyssen Krupp ed Eternit).
Questi problemi non sono stati sollevati solo recentemente: il Dott. Guariniello già in un'intervista del 25 gennaio 2008 aveva lanciato la proposta al Presidente della Repubblica Napolitano di istituire una Procura Nazionale che si occupasse degli infortuni sul lavoro. L'appello di Guariniello era stato fatto proprio dall'ANMIL nel secondo rapporto sulla tutela delle vittime del lavoro, presentato al Presidente della Repubblica nell'anno 2008: l'Associazione chiedeva interventi urgenti nel campo dell'organizzazione sovraordinata degli Uffici Giudiziari, garantendo una formazione specifica dei Magistrati addetti alla trattazione dei procedimenti in materia di lavoro ed un ampliamento delle unità operative di Polizia Giudiziaria. Già il Dott. Guariniello aveva segnalato all'epoca che anche in Procure di grandi dimensioni la materia della sicurezza sul lavoro veniva posta in secondo ordine rispetto ad altri temi. Con un sistema giudiziario così strutturato le pene generalmente non vengono applicate anche in caso di soggetti (imprenditori e dirigenti aziendali preposti alla sicurezza) che abitualmente non osservano gli obblighi di legge. Questo aumenta in questi soggetti la convinzione di impunità.
Un ottimo esempio di riferimento è l'ordinamento giudiziario francese, dove vi è un pool di Pubblici Ministeri che hanno una competenza su quasi tutto il territorio nazionale sui reati di maggiore rilevanza che attengono la salute dei lavoratori. Anche in Spagna è stata introdotta negli anni scorsi la figura del Procuratore Speciale per gli incidenti sul lavoro.
ANMIL quindi fa propria la proposta di modifica della norma sulla rotazione decennale, avanzata dai Magistrati del pool di Guariniello, che prevede che detta normativa non si applichi ai Magistrati (giudicanti e requirenti) addetti alle sezioni e ai gruppi di lavoro specializzati nella trattazione dei procedimenti aventi ad oggetto reati connessi con la violazione delle norme a tutela della salute e della sicurezza sul lavoro.
A ciò deve aggiungersi la necessità di modifica dell'attuale legislazione in materia di sicurezza sul lavoro, soprattutto per quanto riguarda i decreti attuativi alla legge 81/2008, che hanno creato maggiori spazi di valutazione discrezionale per i soggetti garanti della sicurezza, rendendo più difficile la repressione dei comportamenti penalmente rilevanti. Si segnala l'ulteriore elemento della drastica riduzione degli indennizzi e dei risarcimenti per danno biologico a favore delle vittime di infortuni sul lavoro a seguito dell'entrata in vigore del D.Lgs. 38/2000, che ha riformato in senso peggiorativo la normativa del Testo Unico sugli infortuni sul lavoro, favorendo i datori di lavoro, che dal 2000 possono contare su una riduzione dei risarcimenti medi liquidati, nella misura di circa il 40% rispetto a quanto avveniva in precedenza.
Tutto questo fa sì che non sia un caso che, nonostante l'elevato numero di lavoratori in cassa integrazione o senza lavoro, il trend degli infortuni non registri una riduzione statistica in linea con gli altri Stati europei.

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