"La questione femminile è inscindibile dalla questione islamica" ha esordito Raja Ben Slama che ha individuato nel totalitarismo religioso il nemico comune a donne Islam. "Io non posso dire che la sharia libera le donne", ha esclamato sottolineando come il totalitarismo religioso si basi proprio sull'idea della perennità della sharia e cioè sull'idea che passato e futuro siano identici. "E' un problema di appartenenza e di identità la nostra eredità ci appartiene e non siamo noi ad appartenere a essa. Noi siamo eredi della nostra tradizione e dobbiamo scegliere perché anche l'identità è in divenire". Elham Manea, di cui Eid ha ricordato i brani del diario in cui scrive "Quando prego, prego per il Signore e non per un uomo che guarda come sono vestita", ha aggiunto altra carne al fuoco del discorso: "Quando dico che l'essere umanao è nato libero, nato per essere libero che è un diritto naturale intrinseco, quando affermo ciò, affermo un pensiero proibito. Ma io non ricorro ai testi religiosi, ricorro alla ragione, uso la mente. Non credo che esistano pensieri proibiti, l'uomo e la donna dovrebbero essere uguali davanti agli uomini come lo sono davanti a Dio", ha detto con forza Manea che ha concluso "Voglio un'uguaglianza che mi rispetti come essere umano. Ma perché ciò accada occorre smantellare i confini sicuri del pensiero (quelli che per imposizione non si possono superare)".
Valentina Colombo ha raccontato il suo incontro con queste due donne, attraverso internet al sito www.metransparent.com, un luogo senza linee rosse, dove le persone possono scrivere liberamente tutto quello che vogliono, in Internet tutti possono scrivere e superare le censure. In questo sito scrivono circa duecento autori e il 50 per cento sono donne. E l'obiettivo è quello di far sapere agli italiani che "ci sono donne come loro, che ci sono uomini e donne che combattono la stessa battaglia", ma anche capire che non c'è "una donna islamica, ma ognuna ha il suo stile". Riprendendo il titolo "la donna è la soluzione" ha ricordato come i Fratelli musulmani durante la campagna elettorale dicessero che "l'Islam è la soluzione".
Durante l'incontro si è cercato di andare oltre le generalizzazioni, Raja Ben Slama ha citato alcuni dei pensatori, i pionieri dimenticati, che hanno cercato di liberare l'Islam e la donna dalla sharia e che sono vissuti all'inizio del secolo XX "L'Islam è plurale non c'è solo quello mediatico dei talebani o degli islamisti moderati che non sono poi così moderati, soprattutto in tema di donne" ha aggiunto, "l'Islam è una cultura, una civiltà. E' il momento di rinunciare agli stereotipi che sviluppano la finzione di una nazione araba refrattaria ai diritti dell'uomo e alla libertà". "Va affrontato il problema della libertà nell'Islam, ma non è forse che chiediamo qualcosa di troppo alla religione?" ha avvertito Elham Manea "quando parliamo di diritti umani prendiamo concetti moderni, nati dopo l'Olocausto e sostenuti dalle Nazioni unite".