Tavola rotonda
RICOMPORRE IL LAVORO, CIVILIZZARE L'ECONOMIA.


Nuove visioni, alleanze, proposte.

Riorganizzare il mondo del lavoro rendendo più "civile" l'economia: quale ruolo per il terzo settore? Partendo dai dati della ricerca Iref sul "lavoro scomposto", le riflessioni e le proposte delle Acli.

Padova, 13 dicembre 2011 - Mediamente la paga di un operaio è inferiore di 356 euro al giorno rispetto allo stipendio medio di un dirigente, di 127 euro se confrontato alla retribuzione di un "quadro" e di 22 euro rispetto a quella di un impiegato. Bastano questi pochi numeri - tratti dal rapporto nazionale di Iref , l'Istituto di ricerca delle Acli -, per comprendere quanto il mondo del lavoro abbia bisogno di essere "riorganizzato", non soltanto per ragioni di equità sociale ma anche per motivi e obiettivi economici.

Da queste riflessioni prende il via la tavola rotonda promossa da Acli di Padova e intitolata "Ricomporre il lavoro, civilizzare l'economia. Nuove visioni, alleanze, proposte", che si svolgerà venerdì 16 dicembre presso la sede della Camera di Commercio di Padova, a partire dalle ore 14.30.

Sono i medesimi nodi di riflessione ad aver fornito il quadro di partenza del dossier statistico di Iref che sarà presentato nel corso del pomeriggio: intitolato appunto "Il lavoro scomposto", ha analizzato alcuni aspetti meno macroscopici del mercato del lavoro in Italia, utili però a conoscerne e spiegarne vulnerabilità e limiti, partendo dal confronto tra le retribuzioni medie giornaliere dei lavoratori dipendenti nelle diverse professioni del settore privato ((Fonte Istat-Inps, Rapporto sulla coesione sociale, 2010).

Tra sperequazioni salariali eclatanti, precarizzazione diffusa, disoccupazione giovanile alle stelle, «il panorama del lavoro nel nostro Paese presenta un volto assai "scomposto"- spiega il presidente delle Acli padovane Marco Ferrero -, caratterizzato da difficoltà e contraddizioni che in tempo di crisi hanno evidenziato tutta la loro gravità e acuito il loro peso sociale ed economico insieme». È l'intera nostra economia a dover diventare più "civile". E nel disegno e nella costruzione di questo nuovo, necessario sistema, le Acli si interrogano sul ruolo possibile del terzo settore : per rimettere al centro il lavoro di tutti e per tutti, non solo come leva di sicurezza sociale ma anche di maggiore competitività economica.

Alla tavola rotonda, che si inserisce nel calendario di "Diritti+Umani", la rassegna sui diritti umani in Italia e nel mondo, dopo i saluti delle autorità interverranno Marco Ferrero, presidente Acli provinciali di Padova, Marco Livia, direttore di Iref (Istituto di ricerche educative e formative delle Acli), Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia di Mestre, Andrea Olivero, presidente nazionale delle Acli e portavoce del Forum del Terzo settore, Ugo Campagnaro, vicepresidente nazionale e presidente provinciale di Confcooperative, portavoce del Forum Terzo settore veneto, Abdallah Kezraji, vicepresidente della Consulta Immigrazione della Regione del Veneto, Eva Franceschini, giornalista; modera Omar Monestier, direttore del Mattino di Padova.

Le Acli di Padova calcolano 8.050 iscritti che fanno capo a 50 circoli. L'intero sistema Acli di Padova conta 31.000 iscritti riferiti ad associazioni specifiche promosse da Acli: CTA (Centro Turistico Acli), U.S. Acli (Unione Sportiva Acli), FAP Acli (Federazione Anziani e Pensionati Acli), Acli Terra (Settore Agricolo).

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