Amnesty International ha condannato l'incendio appiccato in un insediamento rom non autorizzato a Torino il 10 dicembre. L'organizzazione per i diritti umani ha sollecitato le autorità italiane ad assicurare che le vittime di questo attacco razzista ottengano una riparazione e che i responsabili siano portati di fronte alla giustizia.
L'incendio di roulotte e baracche in cui vivevano rom provenienti dalla Romania è avvenuto durante una manifestazione organizzata il 10 dicembre da un gruppo di abitanti del quartiere Le Vallette per esprimere solidarietà nei confronti di una sedicenne che aveva denunciato alla polizia, due giorni prima, di essere stata stuprata da due rom stranieri. In seguito, la ragazza ha dichiarato che la sua denuncia era falsa e si è pubblicamente scusata.
Il giorno prima della protesta, erano stati diffusi volantini in cui si invitavano gli abitanti del quartiere a "ripulire" la zona dove era presente l'insediamento rom. Secondo gli organi d'informazione, 30 dei circa 500 partecipanti alla manifestazione avrebbero preso parte al raid, in cui non è stata ferita alcuna persona poiché la polizia aveva fatto precedentemente evacuare l'area.
Questo episodio di violenza discriminatoria si è verificato in un contesto nel quale, per diversi anni, rappresentanti delle istituzioni hanno contribuito a rafforzare un clima d'intolleranza nei confronti dei rom, attraverso dichiarazioni infondate che collegavano la presenza di queste comunità all'aumento del crimine e all'insicurezza. Proprio in nome della sicurezza, negli anni scorsi le autorità italiane hanno attuato misure che hanno aggravato la discriminazione ai danni dei rom, come quelle adottate in base allo stato d'emergenza, proclamato nel 2008 (la cosiddetta "emergenza nomadi"), dichiarato illegittimo dal Consiglio di stato lo scorso novembre.
Amnesty International ha apprezzato le dichiarazioni di condanna dell'accaduto da parte di autorità nazionali e locali, ma ha rammentato che alle parole devono seguire i fatti. Le autorità devono prendere misure concrete per affrontare tutte le forme di discriminazione, compresi gli atti di violenza discriminatoria motivati da odio razziale o etnico. Devono, inoltre, assicurare che ogni motivazione o finalità razzista venga debitamente portata allo scoperto, che i responsabili di atti di violenza razzista siano sottoposti a indagine penale e che ricevano pene commisurate alla gravità di quanto commesso.