La cerimonia di chiusura è stata una vera propria Call for Action sia per attuare le strategie di prevenzione basate sull'evidenza scientifica sia per portare l'accesso alle terapie antiretrovirali in tutte le parti del mondo. "Questa settimana di lavori ci ha fornito l'occasione ideale per analizzare il vuoto presente nella capacità della società di far fronte a questa crisi umanitaria senza precedenti e il livello reale della risposta - ha detto Helene Gayle Co-Chair e presidente uscente della IAS - La mia speranza è che useremo quello che abbiamo imparato qui a Toronto per rinforzare la risposta globale.""Questo congresso non può essere ritenuto un successo a meno che, ritornando al nostro lavoro, non realizzeremo collettivamente quello che ci siamo detti", ha sottolineato il dott. Mark Wainberg, Co-Chair della conferenza. Secondo il programma delle Nazioni Unite su HIV/AIDS (UNAIDS), nel 2005 le persone sieropositive nel mondo sono circa 39 milioni, di cui la vasta maggioranza in paesi in via di sviluppo. Solo nel 2005 circa 4 milioni di persone hanno contratto il virus e 2,8 milioni sono morti di AIDS. Di 6,8 milione di persone sieropositive che dovrebbero assumere le terapie solo il 24% (1,6 milione totali) ha accesso al trattamento. La mancanza di accesso al trattamento è addirittura maggiore per i bambini sotto i 15 anni. Solamente il 13% dei 800.000 bambini che necessitano il trattamento antiretrovirale lo assume. A salire sul palco come rappresentante delle persone sieropositive è Kecia Larkin, la prima donna aborigena nel Canada a rendere pubblica la sua condizione di sieropositiva all'HIV. Con accanto la sua figlia teenager, Larkin chiede alla Comunità internazionale di includere le popolazioni autoctone nell'agenda globale della lotta contro l'AIDS. Il dott. Anders Nordstrom, direttore generale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, auspica meccanismi innovatori per aiutare i governi nazionali a rendere HIV/AIDS una priorità e costituire un fondo per combatterlo. Nel suo discorso di chiusura l'inviato speciale per l'AIDS delle le Nazioni Unite (UN) in Africa Stephen Lewis è riuscito a far alzare in piedi tutti i delegati ad applaudire. Lewis ha paragonato l'esportazione dei programmi ABC dall'USA al continente africano come il nuovo colonialismo. "Tutta la conoscenza, la ricerca innovatrice e i nuovi farmaci non saranno efficaci a fermare la pandemia senza il supporto della leadership politica - ha dichiarato il dott. Pedro Cahn, da oggi nuovo presidente dello IAS - Non accetteremo una lista di Schindler per l'HIV in cui le vite di coloro che ricevono il trattamento sono salve, ed altri sono lasciati a morire. Dobbiamo mantenere la pressione sui leader dei G8 e pretendere il loro impegno per realizzare l'accesso universale alla prevenzione, alla cura ed al trattamento entro il 2010." Mark Wainberg e il sindaco di Toronto David Mugnaio hanno trasferito ufficialmente il globo di vetro - simbolo della conferenza - da Toronto a Mexico City, che ospiterà la prossima XVII conferenza mondiale dell'AIDS nel 2008, per la prima volta in una città dell'America Latina.

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