Le autorità italiane devono agire immediatamente per contrastare la discriminazione nei confronti dei rom e fornire un rimedio a coloro che sono stati colpiti dalle massicce violazioni dei diritti umani commesse sulla base di un illegittimo stato d'emergenza.
 
La richiesta di Amnesty International arriva pochi giorni dopo che il Consiglio di Stato, il più alto organo di giustizia amministrativa in Italia, ha dichiarato illegittimo il decreto governativo del 2008 che aveva dato il via allo stato d'emergenza in relazione agli insediamenti "nomadi" (la cosiddetta "emergenza nomadi").
 
Un rapporto presentato oggi dall'organizzazione per i diritti umani, dal titolo "'Tolleranza zero verso i rom': sgomberi forzati e discriminazione contro i rom a Milano", descrive come, in base all'"emergenza nomadi", le autorità abbiano potuto chiudere campi autorizzati e non autorizzati di Milano, in deroga alle norme che proteggono i diritti umani.
 
"Dichiarare uno stato d'emergenza su basi infondate nei confronti di una minoranza etnica e mantenerlo in vigore per tre anni e mezzo è stato uno scandalo. L'"emergenza nomadi" era illegale e discriminatoria in base al diritto internazionale dei diritti umani e non avrebbe mai dovuto essere dichiarata" - ha affermato Valentina Vitali, ricercatrice sull'Italia del Segretariato Internazionale di Amnesty International.
 
"In base all'"emergenza nomadi", le autorità hanno potuto eseguire sgomberi forzati impunemente. Ora il governo di Mario Monti deve favorire un'inversione di rotta. Deve fornire rimedi a tutte le persone colpite dagli sgomberi forzati e da altre violazioni dei diritti umani. Deve porre i diritti umani in cima alla sua agenda" - ha proseguito Valentina Vitali.   
 
Nel maggio 2008, il governo italiano ha dichiarato uno stato d'emergenza in relazione agli insediamenti delle comunità "nomadi" in tre regioni, tra cui la Lombardia, per affrontare quella che considerava "una situazione di grave allarme sociale, con possibili ripercussioni in termini di ordine pubblico e di sicurezza per la popolazione locale".
 
L'emergenza faceva riferimento agli insediamenti "nomadi" ma in realtà ha preso di mira le comunità rom, la maggior parte delle quali non è "nomade". Il 16 novembre 2011, il Consiglio di Stato ha dichiarato illegittima l'"emergenza nomadi". Al momento, il governo italiano non ha ancora annunciato cosa intende fare per dare seguito a questa sentenza.
 
L'"emergenza nomadi" ha consentito alle autorità di avviare un'ondata di sgomberi forzati dai campi non autorizzati di Milano, che ha lasciato senza alloggio centinaia di famiglie rom. Questi sgomberi sono stati eseguiti in assenza di una procedura amministrativa e senza l'offerta di alternative abitative adeguate. Le conseguenze per le famiglie rom sono state devastanti, soprattutto per centinaia di bambine e bambini la cui frequenza scolastica è stata interrotta.
 
Una madre di cinque figli, sgomberata numerose volte con la sua famiglia da svariati campi non autorizzati di Milano, ha dichiarato ad Amnesty International: "Gli sgomberi fanno male; portano via i nostri diritti e la nostra felicità. Sono un trauma, mio figlio di otto anni per lo shock non ha parlato per mesi dopo uno sgombero".
 
In base al diritto internazionale, uno sgombero può avere luogo solo come estrema soluzione, dopo che sono state prese in considerazione tutte le possibili alternative e solo in presenza di idonee garanzie legali e procedurali. Queste ultime comprendono una reale consultazione con le persone interessate, una notifica anticipata in tempi adeguati e ragionevoli, un alloggio alternativo adeguato, un risarcimento per tutti i beni perduti, garanzie sulle modalità con cui avverrà lo sgombero e l'accesso a rimedi e procedure legali, compreso l'accesso all'assistenza legale quando necessaria. I governi devono inoltre assicurare che nessuna persona resti senza alloggio o corra il rischio di subire altre violazioni dei diritti umani in conseguenza di uno sgombero. L'Italia finora non ha adottato né applicato un chiaro divieto di sgomberi forzati in linea con gli standard internazionali sui diritti umani. 
 
"Le autorità di Milano devono immediatamente porre fine a tutti gli sgomberi forzati. Devono fornire alternative abitative adeguate, senza discriminazione, a tutte le persone sgomberate che non sono in grado di provvedere a se stesse. In particolare, il sindaco e gli uffici competenti devono garantire che siano messi a disposizione ripari di emergenza per tutte le persone che ne hanno bisogno, senza separare i nuclei familiari" - ha detto Valentina Vitali.
 
A Milano, lo stato d'emergenza ha aperto la strada a un piano condiviso tra autorità nazionali e locali per chiudere quasi tutti i campi autorizzati in cui risiedono i rom. Questo piano è anche collegato all'"Expo 2015", l'Esposizione universale che si terrà a Milano nel 2015. I progetti infrastrutturali per questo evento internazionale hanno già portato alla chiusura di due campi autorizzati.
 
"Le autorità di Milano devono sospendere e rivedere i piani per la chiusura dei campi autorizzati e assicurare che essi rispettino in pieno gli standard internazionali sui diritti umani. Devono garantire protezione legale alle persone interessate, impegnarsi in una consultazione autentica con loro e fornire alternative abitative adeguate" - ha sottolineato Valentina Vitali.
 
"Sei mesi dopo aver assunto la carica di sindaco di Milano, Giuliano Pisapia deve ancora dimostrare che il vento è cambiato per davvero per le donne, i bambini e gli uomini rom di Milano. Un cambiamento reale vorrebbe dire la fine degli sgomberi forzati e della discriminazione, insieme all'inizio di un dialogo significativo con i rom, con l'obiettivo di affrontare la questione delle loro condizioni abitative in linea con gli standard internazionali" - ha concluso Vitali.

 
 
 
 
 
 

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