Migliaia di delegati stanno arrivando a Durban (Sudafrica) per la 17° Conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico (COP17).
L'UNICEF si prepara a sostenere con determinazione le ragioni dei più poveri e vulnerabili, soprattutto le donne e i bambini, che risentono fortemente dei cambiamenti metereologici e dei disastri ambientali.
Molti bambini si trovano già a dover fronteggiare rischi climatici quali cicloni, inondazioni e temperature estreme, che incidono sulle loro possibilità di sopravvivenza e sul loro benessere. Alcune delle malattie letali per i bambini sono molto sensibili ai cambiamenti climatici.
L'innalzamento delle temperature è collegato con un aumento nei tassi di malnutrizione, colera, diarrea, febbre dengue e malaria.
Anche impatti più lievi nel cambiamento climatico potrebbero comportare conseguenze di lungo periodo sullo sviluppo dei bambini, minacciando così il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio.
L'UNICEF si assicurerà che le voci dei giovani vengano ascoltate durante i negoziati, e che le loro soluzioni in risposta ai cambiamenti climatici vengano prese in seria considerazione.
Alcuni dati possono aiutare a comprendere l'enorme impatto dei mutamenti climatici sull'infanzia:
- Il cambiamento climatico farà aumentare il numero di bambini colpiti da catastrofi ambientali, da circa 66,5 milioni l'anno (1990) a ben 175 milioni l'anno (stima per il prossimo decennio).
- Metà dei casi di malnutrizione registrati globalmente sono collegati a fattori ambientali come l'inquinamento, la siccità e la scarsità dell'acqua, perpetuando un circolo vizioso di impoverimento e di danni ecologici
- Le stime indicano che, soprattutto a causa degli effetti del cambiamento climatico, il numero di casi di diarrea acuta (tra le prime cause di mortalità infantile) dovrebbe aumentare tra il 2% e il 5% entro il 2020 nei Paesi con reddito pro capite inferiore a 60.000 dollari annui. In alcune zone dell'Africa, i casi di diarrea potrebbero aumentare del 10%
- La scarsità di acqua potabile colpisce già oggi tutti i continenti. Circa 1,2 miliardi di persone, ovvero un quinto della popolazione mondiale, vivono in aree in cui l'acqua è scarsa, mentre 500 milioni si stanno avvicinando a questa situazione
- Con lo scenario attuale, entro il 2030 quasi la metà della popolazione mondiale vivrà in zone ad alto stress idrico, tra i 75 e i 250 milioni di persone nella sola Africa. Inoltre, la scarsità d'acqua in alcune zone aride e semi aride costringerà ad abbandonare le proprie terre da un mimino di 24 milioni a un massimo di 700 milioni di persone