Il 17 novembre Beppe Grillo ha postato sul suo blog questo intervento:
"A Milano dopo la morte di un ragazzo di 11 anni in bicicletta, i vigli stanno usando la mano pesante. O più semplicemente fanno applicare finalmente il regolamento. In via Volvinio, quartiere Stadera, passa un tram e le corsie di scorrimento laterali vengono occupate dalle auto in sosta vietata, come in via Solari dove è avvenuto l'incidente mortale. Le multe sono arrivate a centinaia. I residenti, invece di vergognarsi, hanno prima divelto i cartelli stradali con il divieto di sosta h24, poi hanno minacciato gli agenti e infine bloccato il traffico per protesta. Una vita umana alla Stadera non vale una multa."
Così gli ha risposto Francesca Silva che, per il CIAI, ha visto nascere e ha seguito il progetto nel quartiere Stadera:
"Caro Beppe, ho letto la notizia che hai pubblicato dal titolo ?Una vita non vale una multa. Quartiere Stadera'. E sono rimasta molto colpita dai toni utilizzati da te e da alcuni commentatori. Lavoro per CIAI, un'associazione impegnata nella promozione dei diritti dell'infanzia in Italia e nel mondo, e in particolare presente anche allo Stadera.
Lo Stadera che conosciamo noi è ben diverso da quello raccontato nella notizia degli episodi di via Volvinio. E la sintesi del titolo di certo non rende giustizia alle persone che abitano, lavorano e vivono il quartiere. Non è nostro compito giudicare gli atti vandalici e irrispettosi che si sono verificati. E' però nostro compito restituire ad un quartiere nel quale siamo stati accolti e nel quale lavoriamo lo sguardo di rispetto di chi vede la complessità e la ricchezza di un luogo come questo.
A Stadera ci siamo arrivati proprio perché abbiamo colto questa sfida: il nostro impegno è rivolto ai bambini e in particolare a coloro che sono più vulnerabili magari perché non hanno le stesse opportunità di altri, perché vivono in luoghi connotati solo come ?brutti posti', perché additati come ?quelli dello stadera'.
Lo Stadera che conosciamo noi è fatto di tanti bambini provenienti da tutto il mondo, ognuno con la sua storia e i suoi sogni. Conosciamo le loro storie di amicizia, l'affetto che li unisce, l'impegno e la solidarietà che dimostrano nei confronti dei compagni più deboli. Ogni anno tutti insieme scendono per le strade del quartiere a raccontare la loro scuola, a farla conoscere a tutti, e quando serve a difenderla.
Lo Stadera che conosciamo noi è fatto da genitori che si impegnano per migliorare la percezione negativa che connota il quartiere e far sentire la loro voce, l'anno scorso hanno anche vinto un premio dedicato alla ?corresponsabilità educativa'.
Lo Stadera che conosciamo noi è fatto da insegnanti che ogni giorno si destreggiano tra i mille tagli e scendono in piazza per difendere il tempo pieno, risorsa fondamentale per le famiglie e per i più piccoli spesso dimenticati dalle istituzioni.
Proprio il 17 novembre in viale Tibaldi presso la sede del Comune si è tenuto il primo incontro per la nascita dei Consigli di Zona dei Ragazzi e tutti i ragazzi presenti hanno voluto ricordare Giacomo con un minuto di silenzio.
Questo è lo Stadera che conosciamo noi."