Molte attività di Msf sono attualmente sospese, lasciando ogni giorno migliaia di pazienti senza cure: nelle ultime settimane Msf è stata attaccata in diverse località in tutte le regioni del Darfur. "Questi incidenti di sicurezza hanno provocato l'evacuazione delle nostre equipe da Serif Oumra e da due progetti nel Jebel Marra, la sospensione delle attività delle nostre cliniche mobili e la riduzione dell'attività trasferimento dei pazienti bisognosi di cure chirurgiche d'urgenza. Questa riduzione delle attività ha serie e immediate conseguenze per la popolazione" - dichiara Msf. Le equipe dell'organizzazione umanitaria operano nel Darfur dal 2003 con più di 2mila operatori lavorano in 17 località che forniscono consultazioni mediche, ricoveri (anche chirurgici), trasferimenti d'urgenza e programmi nutrizionali: le attività di Msf sono destinate a tutta la popolazione del Darfur, vittima del conflitto. Nelle scorse settimane anche l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Acnur/Unhcr) aveva sospeso tutte le attività umanitarie delle agenzie della Nazioni Unite nella zona a ridosso del confine con il Ciad. Amnesty International chiede il dispiegamento di una forza di peacekeeping dell'Onu con un mandato forte in grado di proteggere la popolazione civile. "Gli sforzi dei militari attualmente presenti in Darfur sono ostacolati dalla mancanza di personale e di risorse tecnico-logistiche nonche' dall'impossibilita' da parte delle truppe di agire con fermezza per proteggere i civili" - afferma Amnesty International. Intanto continuano gli scontri tra la fazione principale del Movimento di liberazione del Sudan (Slm) guidata da Minni Arcua Minnawi - l'unico ad aver siglato insieme al governo centrale la proposta di pace dell'Unione africana (Ua) sul Darfur - e i ribelli del ?Fronte di salvezza nazionale' (Nrf), l'alleanza antigovernativa costituita lo scorso 30 giugno ad Asmara da tre gruppi ribelli contrari all'accordo. Un Antonov dell'esercito sudanese sarebbe stato abbattuto da missili antiaerei a Sayah, circa 100 chilometri a nordest di El-Fasher, la capitale dello stato del Darfur settentrionale - riporta l'agenzia Misna. A rivendicare l'abbattimento è stato un portavoce dello Nrf, precisando che l'aereo aveva bombardato le forze dell'alleanza sin dal mattino, in appoggio alle forze di Minnawi che ieri erano state attaccate e cacciate via da una loro base nei pressi di Sayeh da uomini del Fronte. A causa degli scontri nelle ultime tre settimane di luglio, sono oltre 25.000 gli sfollati nel Darfur settentrionale, secondo l'ultimo rapporto dell'Ufficio dell'Onu per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha). [GB]

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