Da cento giorni è stata dichiarata la carestia nel Sud della Somalia. L'UNICEF e le organizzazioni partner stanno facendo tutto il possibile per prevenire una seconda ondata di vittime, potenzialmente ancora più devastante.
«Le piogge di queste settimane porteranno sollievo alle zone colpite dalla siccità in Somalia e nei Paesi limitrofi. Potrebbero aumentare però anche il rischio di epidemie e ostacolare la distribuzione degli aiuti» afferma Elhadj As Sy, Direttore regionale dell'UNICEF per l'Africa orientale e meridionale. «L'intensificarsi dei combattimenti in tutto il Sud della Somalia sta rendendo ancora più difficile ai nostri partner la distribuzione di aiuti salvavita per i bambini e le loro famiglie.»
Questi fattori potrebbero aggravare la crisi umanitaria in Somalia e nella regione.«L'UNICEF aumenterà i suoi sforzi per raggiungere tutti i bambini ovunque si trovino e contenere l'impatto della situazione» prosegue As Sy. «Ci appelliamo ai nostri donatori per un prezioso sostegno».
Pericolo morbillo
Questa settimana, a Mogadiscio, l'UNICEF e l'OMS hanno organizzato una campagna di vaccinazione contro il morbillo per 750.000 bambini di età compresa tra 6 mesi e 15 anni. Dopo la dichiarazione di carestia del mese di luglio, più di 1 milione di bambini sono stati vaccinati contro il morbillo in Somalia.
«In tutto il paese, decine di migliaia di bambini sono morti nei mesi scorsi, e altre centinaia muoiono ogni giorno. Qualsiasi ritardo o interruzione nella fornitura di aiuti diventa una questione di vita o di morte», dichiara Sikander Khan, Rappresentante UNICEF in Somalia.«Esorto tutte le parti in conflitto a soddisfare l'obbligo morale e legale di dare sicurezza e protezione ai bambini e alle donne che già stanno affrontando un disastro».
I bambini gravemente malnutriti hanno 9 volte più probabilità di morire per malattie infettive come morbillo, colera e malaria rispetto agli altri bambini.
I casi di morbillo sono aumentati drammaticamente quest'anno. Combattimenti e insicurezza nell'area di confine hanno portato ad una diminuzione significativa nel numero di cittadini Somali che attraversano la frontiera con il Kenya, passati a 100 a settimana tra il 17 e il 23 ottobre, rispetto ai 3.400 delle settimane precedenti.
Un'azione efficace contro la malnutrizione
Nonostante la sospensione temporanea di tutte le attività umanitarie nei campi profughi di Dadaab (nel Nord-est del Kenya) in seguito al rapimento di due operatori umanitari, l'UNICEF è intenzionato a proseguire il proprio impegno per curare i bambini gravemente malnutriti e malati, oltre a fornire acqua potabile, istruzione e protezione attraverso le organizzazioni partner.
Dopo la dichiarazione di carestia del 20 luglio, quasi 110.000 bambini gravemente malnutriti sono stati curati nei centri sostenuti dall'UNICEF nella regione.
A più di 2,6 milioni di persone è stato dato accesso all'acqua potabile e più di 1,5 milioni hanno ricevuto aiuti e informazioni sulle misure igieniche di base.
Da luglio, 8.700 tonnellate di aiuti salvavita sono stati consegnati via aerea, terra o mare nella Somalia meridionale e centrale.
Appello alla comunità internazionale
«Dopo la dichiarazione di carestia, la risposta della comunità internazionale è stata enorme» sottolinea As Sy. «Ma la gravità della crisi è tale che siamo lontani dal raggiungere tutti i bambini».
L'appello di raccolta fondi dell'UNICEF per il Corno d'Africa nel 2011 ammonta a 425 milioni di dollari. Ma nel altre centinaia di milioni di euro saranno necessari nel 2012 per continuare a raggiungere con gli aiuti tutti i bambini che hanno bisogno.
Solo per la Somalia, l'UNICEF stima necessari 300 milioni di dollari nel 2012, per poter garantire l'attuale livello degli aiuti e, laddove possibile, espandere gli interventi.
«Abbiamo bisogno di ottenere questi fondi il più presto possibile per garantire aiuti salvavita a tutti i bambini», conclude Khan.