Dalla vendita dei 338mila ettari di terreni agricoli di cui è proprietario lo Stato puo' ottenere circa 6 miliardi di euro da destinare al finanziamento di misure per lo sviluppo. E' quanto afferma la Coldiretti nel commentare le indiscrezioni sui contenuti della lettera inviata alla commissione UE con gli impegni del Governo italiano che prevederebbe anche un piano per la dismissione del patrimonio pubblico per 5 miliardi all'anno.
Il censimento agricolo del 2010 - sottolinea la Coldiretti - ha fatto scoprire l'esistenza di ben 338127,51 ettari di superficie agricola utilizzata (Sau) di proprietà pubblica che, sulla base del valore medio della terra calcolato dall'Inea in 18400 euro per ettaro, significa la disponibilità di un patrimonio di 6,22 miliardi di euro a disposizione dello Stato che non ha alcun interesse a fare l'agricoltore.
La cessione di questi terreni a favore degli agricoltori - prosegue la Coldiretti - toglierebbe allo Stato il compito improprio di coltivare la terra, renderebbe disponibili risorse per lo sviluppo ma soprattutto avrebbe il vantaggio di calmierare il prezzo dei terreni, stimolare la crescita, l'occupazione e la redditività delle imprese agricole che rappresentano una leva competitiva determinante per la crescita del Paese.
E' certo infatti - conclude la Coldiretti - che nessuno meglio degli imprenditori agricoli è in grado di valorizzare lavorando la terra e generare nuova occupazione.