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C'è da purificare l'aria". L'
80% dei cattolici italiani condivide l'affermazione del cardinale
Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, pronunciata lo scorso 27 settembre nella corso della prolusione al consiglio permanente della Cei. Ma in vista di una possibile tornata elettorale,
è alto tra i cattolici l'orientamento verso l'astensione, che raggiunge il 49% tra i cattolici più impegnati, a fronte del 37% dei non credenti.
Crolla la fiducia nei partiti politici, che dal 2008 ad oggi passa dal 30% al 14%. Viene meno la fiducia nelle istituzioni di Camera e Senato (rispettivamente 22% e 25% contro il 49% e il 51% del 2008).
Sono alcuni dei dati raccolti dall'Istituto
Ipsos per la
Fondazione Achille Grandi per il Bene Comune, e presentati ieri mattina in conferenza stampa a Roma: "
Cattolici e politica: tra astensionismo e voglia d'impegno".
Quanto all'impegno diretto dei cattolici in politica, i credenti impegnati nelle associazioni, nel volontariato e nei movimenti ecclesiali si dividono tra chi sostiene la necessità di una nuova forza politica che li rappresenti (26%), chi pensa che una forza politica organizzata non serve, ma è importante che i cattolici si organizzino in un movimento per far sentire meglio la propria voce (32%); chi ritiene che un'organizzazione dei cattolici è comunque sbagliata, perché non bisogna confondere religione e politica (39%)".
«La crescita spaventosa della sfiducia tra i cattolici nei confronti della politica e delle istituzioni deve farci molto riflettere», ha commentato
Andrea Olivero, presdiente nazionale delle Acli. «E' il fallimento evidente di un modello politico e il risultato di una legge elettorale che disincentiva la partecipazione degli elettori».
«La sfiducia generalizzata allontana i cattolici da tutte le forze politiche, ma anche dallo spirito di partecipazione alla democrazia. E' una sfida che interpella non solo i partiti ma anche le organizzazioni sociali, in particolare quelle di ispirazione cristiana come le Acli. I credenti mostrano interesse per un movimento sociale organizzato dei cattolici, ma non chiedono un partito cattolico. Non gli interessa un impegno di parte, magari a difesa della cittadella fortificata dei valori, ma
un impegno concreto a servizio del bene comune».
«L'esperienza di Todi - ha concluso Olivero - darà dunque i suoi frutti se riusciremo ad essere credenti credibili per il nostro mondo, ma se sapremo anche parlare a tutti i cittadini attraverso iniziative e proposte precise. Solo così riusciremo a promuovere una nuova partecipazione dei cittadini e a contrastare la sfiducia verso le istituzioni e la democrazia».