La gravità di quanto accaduto giovedì (ma reso noto solo sabato 22) a Pompei, oltre che nella perdita di un elemento del nostro patrimonio archeologico risiede soprattutto nella devastante dimostrazione che nulla o quasi è stato fatto in oltre un anno.
Italia Nostra denunciò una situazione di fortissimo rischio e alcuni crolli (Casa dei Casti Amanti) fin dal gennaio 2010; un anno fa, il 6 novembre, la distruzione della Schola Armaturarum parve riattivare un percorso virtuoso di attenzione sul sito.
Mesi di annunci e promesse, un decreto (il n. 34, del 31 marzo 2011) che sembrò poter cambiare la situazione in tempi brevi e apportare concrete risorse per il piano di recupero del sito stesso.
Ad oggi, alla Soprintendenza Archeologica di Napoli e Pompei, non sono state assegnate nè risorse economiche, nè umane. Addirittura, nel mese di giugno, è stato deciso lo storno di alcuni milioni da Pompei al polo museale di Napoli (Capodimonte).
Nessuno dei 25 funzionari promessi, archeologi e architetti, è mai stato assunto: il comma che doveva servire a sbloccare la procedura, fortunosamente inserito nel ddl stabilità (n.2968), giovedì scorso 19 ottobre è stato stralciato perchè palesemente incongruo con il provvedimento. Ultimo drammatico segnale di un livello di incapacità amministrativa del Mibac che ha ormai superato il livello di guardia.
E continuano a rincorrersi, al più alto livello, dichiarazioni a dir poco fuorvianti e pericolose sulla necessità di realizzare "servizi e infrastrutture" non meglio identificate all'esterno degli scavi, quasi a voler giustificare quello strano comma 6 del decreto di marzo che, come denunciò immediatamente Italia Nostra, rendeva possibili, con la deroga da ogni strumentazione urbanistica, operazioni di dubbia utilità se non addirittura dannose per il sito stesso.
Italia Nostra richiede con forza che il piano di recupero e manutenzione di Pompei sia avviato immediatamente, partendo dalle recommendations elaborate dagli ispettori inviati dall'Unesco nel gennaio scorso. A garanzia scientifica e operativa di tale piano è necessario attivare, al più presto, un board di esperti di riconosciuta competenza pompeiana a livello nazionale e internazionale (Pompei è patrimonio universale).
Compito del board sarà inoltre quello di un primo addestramento ai nuovi archeologi che devono essere assunti in tempi rapidissimi (con apposito provvedimento legislativo d'urgenza).
Occorre inoltre stanziare fondi aggiuntivi immediati nelle disponibilità della Soprintendenza, affiancandone il personale con un ristretto gruppo di esperti in procedure amministrative, in grado di avviare in tempi celeri gare e appalti: soluzione molto più idonea ed operativa rispetto ai soliti carrozzoni onerosi e privi di competenze specifiche quali Invitalia.
In prima battuta si potrebbe trattare di risorse non enormi, ma vi è bisogno adesso, subito, di dare il segnale che abbiamo ancora la capacità di tutelare il nostro patrimonio archeologico.
Un anno è passato invano: non c'è più un'ora da perdere.
Maria Pia Guermandi
Consigliere Nazionale Italia Nostra