Quando in Uruguay è arrivata la crisi del settore tessile, Nancy Olivera era un'operaia coordinatrice dell'impresa Cofatex, destinata a chiudere sotto i colpi della concorrenza internazionale. Con i suoi colleghi, però, Nancy ha continuato a credere che quell'impresa potesse e dovesse vivere, se l'economia girasse per il verso giusto. Nancy Olivera insieme a Gladys Silvera, una tessitrice artigianale dell'area rurale dell'Uruguay, hanno presentato a Roma il loro sogno: Justa Lana.
Justa Lana è un progetto di autoimprenditorialità femminile equosolidale in Uruguay, che ha visto la collaborazione di organizzazioni e reti locali per la nascita di una piccola filiera di lavorazione della lana. Retos al Sur, Reorient e FairWatch, in collaborazione con Fair, grazie al sostegno della Regione Lazio, hanno collaborato con l'obiettivo di coprogettare e diffondere pratiche sostenibili per un Altra Economia. Justa Lana nasce da un precedente intervento della Cooperazone italiana che ha appoggiato la creazione in Uruguay di laboratori di economia solidale.
In occasione della celebrazione dei 60 anni della Fao e della Giornata Mondiale dell'Alimentazione (16 ottobre 2011), che porterà a Roma esperti, rappresentanze contadine e capi di governo dal 10 ottobre per battere la crisi alimentare e far ripartire l'economia rurale, base del sostentamento per la maggior parte degli abitanti del pianeta, le organizzazioni coinvlte hanno presentato Justa Lana come esempio di un'economia sostenibile e solidale possibile.
I prodotti realizzati provengono da una rete di circa 90 tessitrici rurali appartenenti ai dipartimenti di Montevideo, Florida, Canelones y Rocha in Uruguay, che assieme hanno dato vita ad una piccola produzione di maglioni in lana dedicati al mercato locale ed a quello italiano. Uno degli obiettivi di Justa Lana è quello di sostenere e rafforzare mercati Sud-Sud, basati su criteri di equità, sostenibilità e giustizia sociale.